Nonostante anche nel 2024 in Italia le elezioni (tutte le elezioni) le abbia vinte il «partito dell'astensionismo», a parole la politica tira molto. Si dirà: è ovvio, la politica è fatta di parole molto più che di atti concreti. E va bene, ma qui si parla delle parole neonate, ovvero dei neologismi, venuti alla luce, appunto, nei palazzi del potere e nelle loro dépendance, cioè le tv, i giornali, i social. Leggendo «Le parole dell'anno» messe in fila dalla Treccani, infatti, troviamo, in ordine alfabetico: «amichettismo» (piazzare amici e parenti in posti utili al piazzista o piazzatore); «autonomia differenziata» (rendere tutte le Regioni a statuto speciale); «barattellum» (in Parlamento io do un voto a te e tu dai un voto a me); «campo largo» (più siamo, peggio è); «fare una Decima» (votare mettendo una nostalgica X sul simbolo); «ius scholae» (bambini, studiate l'italiano ma soprattutto gli italiani); «lep» (cioè «livelli essenziali delle prestazioni», in sostanza l'ex welfare); «maga» (cioè «make America great again», cfr. Donald Trump, quindi per noi sarebbe «miga», e potremmo urlare ai quattro venti viva la miga!); «solidarietà obbligatoria» (curioso ossimoro che mette insieme sentimento e imposizione, e il cui significato è: non ti voglio fra i piedi, ma siccome per fortuna l'Europa è grande, entra di qui ed esci di lì); «spacca-Italia» (idest fare figli e figliastri, come si diceva una volta); «starmerismo» (da Keir Starmer, primo ministro britannico e laburista, decisamente un buon posto di labour); «telemeloni» (come il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, però moltiplicato per 365); «totismo» (da Giovanni Toti, al quale nessuno ha lanciato la classica stampella di salvataggio); «vannacciano» (vedi alla voce «fare una Decima»).
Politica a parte, la parte del lion, ma non è una novità, la fa la lingua inglese. Ecco quindi, facendo un salto nel futuro prossimo, l'«alcolock», che non è un pub sui Navigli, bensì il «Dispositivo elettronico che, all'interno di un veicolo, è collegato alla centralina del motore e a un etilometro, impedendo l'avviamento del mezzo da parte di una persona sotto l'influenza dell'alcol». Se non abbiamo capito male (come invece speriamo) fra non molto tutti i guidatori non astemi dovranno dotarsi, all'interno delle proprie vetture, di questo «dispositivo che impedisce l'accensione del veicolo se viene rilevato un livello alcolico superiore allo zero». Il messaggio è: vai a piedi, così smaltisci prima. Per la voce «dissing» si fa prima a rimandare a Fedez e Tony Effe. Chi non li conosce è out. Poi, se hai un «crush» hai preso una cotta; se il «pandoro-gate» ti ha dato un'acidità di stomaco che non passa con il bicarbonato, chiedi i danni alla Ferragni; se sei ossessionato dalle cosce di Taylor Swift più che della di lei vocina, sei pronto per darti alla «swift economy»; se sei un europeista convinto, sopra la testiera del letto, invece del crocifisso (ormai démodé) o dell'immagine della Madonna devi mettere la foto di un «top jobs», va benissimo Ursula von der Leyen, anche se ha uno sguardo meno dolce della mamma di Gesù.
Tuttavia, qualche traccia della lingua italiana c'è ancora, e ci regala due chicche. Una è il «coordinatore d'intimità», modo soft ed effeminato per definire colui il quale (o colei la quale) sui set dei film si adopera per confortare le signore chiamate a interpretare scene piuttosto calde. La seconda è uno stato d'animo e si chiama «vacansia».
È un esempio di parola macedonia, ma è anche un ossimoro, come la «solidarietà obbligatoria» di cui abbiamo detto. La si prova quando, stando in vacanza, si è ansiosi a causa del senso di colpa generato dal non essere al lavoro.Chiudiamo con «trenopolitana». Che ci porti il prima possibile via da qui.
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