Stati Uniti, Florida. Durante una lezione sull'arte del Rinascimento la professoressa di una classe media della Classical School di Tallahassee mostra in aula le immagini di alcuni capolavori di Michelangelo, fra cui la statua del David. Pochi giorni dopo il presidente del Consiglio di amministrazione dell'istituto - fervente sostenitore del governatore repubblicano Ron DeSantis - chiede all'insegnante di dimettersi. Il motivo? Alcuni genitori hanno protestato per non essere stati avvisati in anticipo dei contenuti «controversi» della lezione (come prevede il regolamento dello Stato) e in un caso la madre di un alunno ha accusato la scuola di «pornografia», dicendosi «sconvolta» che suo figlio abbia dovuto vedere immagini di nudo. La decisione è figlia delle posizioni ultraconservatrici della scuola, e di buona parte della Florida, schierata contro le campagne di «indottrinamento woke», la teoria del gender e le rivendicazioni del mondo LGBTQ. È la risposta, da destra, alle battaglie della sinistra che appoggia i bambini che si dichiarano transgender e chiedono di riscrivere opere letterarie e cinematografiche ritenute sessiste, omofobe, razziste o non abbastanza «inclusive». Le follie della cancel culture non hanno colore politico: le ali estreme del mondo conservatore e di quello progressista alla fine, su temi diversi, agiscono nello stesso modo distorto. Con conseguenze che al momento suonano comiche ma che alla lunga si rivelano pericolosissime. Ora. Che sarebbe finita così (ma c'è ancora margine per peggiorare...) era immaginabile. Quando qualcuno inizia a cambiare una parola, ad abbattere statue, a tagliare una scena, a riscrivere i finali, a cancellare un'immagine, poi è difficile fermarsi. L'America - tutta: quella profonda della Bibbia e delle armi e quella ultra liberal e ultra fluida del Nord - è in preda a un'ossessione.
Una paranoia ideologica. Che al momento sembra lontana, al di là dell'Atlantico. Ma sappiamo quanto le mode americane peggiori sono, più facilmente attecchiscono. E non possiamo neppure dire: «Stiamo all'erta!». Perché là si dice «Woke».
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