Roma - Palazzo Madama ha approvato a maggioranza gli articoli 30 e 31 del ddl lavoro che era stato rinviato alle camere dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per un nuovo esame delle norme che riguardano l’arbitrato per le controversie sul lavoro. Alla base del testo, che ora tornerà alla Camera, il concetto che si decide di ricorrere all’arbitrato preventivamente, e non quando insorge una controversia. La scelta deve avvenire trenta giorni dopo l’atto di assunzione.
Le modifiche al ddl lavoro Il Senato ha approvato con 147 voti a favore, 104 contrari e due astenuti il ddl lavoro che contiene importanti norme sull’arbitrato. I licenziamenti, i lavori usuranti e l’apprendistato oltre agli incentivi all’occupazione. Il provvedimento, in sesta lettura dopo che la legge era stata rinviata alle Camere da Napolitano per un nuovo esame sull’ arbitrato, è stato modificato di nuovo e torna alla Camera. E' stato cassato il testo della Camera che recepiva un emendamento del Pd secondo il quale si poteva ricorrere all’arbitrato solo per controversie già insorte. Ora è ritornato il concetto che si decide di ricorrere all’arbitrato preventivamente trenta giorni dopo l’assunzione.
I licenziamenti invalidi Palazzo Madama ha approvato un emendamento del relatore Maurizio Castro (Pdl), che stabilisce che anche "nei casi di invalidità del licenziamento" esso dovrà essere impugnato "entro 60 giorni dalla ricezione della sua comunicazione in forma scritta". Secondo Castro i licenziamenti invalidi sono, ad esempio, quelli che non contengono la motivazione.
L’emendamento va a correggere il testo approvato in commissione che fissava "in novanta giorni" il termine per impugnare "un licenziamento intimato senza la forma scritta". Una norma controversa anche perchè la legge stabilisce tuttora che il licenziamento non comunicato per iscritto è "inefficace".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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