Si apre in un clima di tensione la cerimonia dinaugurazione dellanno giudiziario che si terrà domani in Cassazione e il 26 nei distretti delle Corti d'appello. Un anniversario da tempo accompagnato da proteste per la durata dei processi, la scarsità delle risorse, la mancanza degli organici e il tema delle riforme giuridiche. E ad aggravare la situazione questanno si aggiunge il ciclone che si è appena abbattuto sull'ormai ex Guardasigilli, Clemente Mastella.
Ai problemi nazionali si sommano quelli del Tribunale di Milano, una struttura resa fatiscente dalla scarsità di fondi. In Lombardia, in dieci anni, i finanziamenti destinati dallo Stato ai tribunali per la gestione ordinaria sono scesi da un milione e 350mila a 400mila euro. E basta entrare nel buio e freddo edificio di via Freguglia per constatarne le conseguenze: per tagliare le spese vengono spente le luci nei corridoi, anche se è difficile leggere i programmi dei processi affissi al primo piano; i termosifoni sono tenuti a temperatura bassa ed è carente persino la carta per stampare gli atti. La mancanza di risorse determina poi il ritardo nel pagamento dei compensi degli operatori giudiziari: dai giudici onorari ai difensori dufficio, fino ai traduttori. A tutto ciò si aggiunge il malfunzionamento degli ascensori: su venti impianti, dieci sono fermi per manutenzione. Persino l'aula magna - dove ogni anno si svolge la cerimonia - in passato ha avuto problemi di sicurezza dovuti al crollo di lastre di marmo, infissi e vetri. Senza contare lo stato di sovraffollamento della centralissima cittadella della giustizia.
Contro questa situazione di degrado, magistrati e avvocati stanno attuando diverse iniziative di contestazione: l'Anm (Associazione nazionale magistrati) da anni denuncia i disservizi della giustizia in un libro bianco; i giudici dibattimentali il 26 presenteranno un documento in cui provocatoriamente si definiscono «socialmente inutili»; mentre l'Ordine degli Avvocati di Milano ha scelto una singolare forma di protesta: alla cena di gala di sabato sera gli avvocati avranno la cravatta nera, in segno di «lutto» per la «morte» della giustizia. Critico anche il commento di Giuseppe Griechi, presidente della Corte di appello di Milano, che durante la cerimonia presenterà una relazione proprio sulle attuali condizioni dell'attività giudiziaria milanese.
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