Delinquenza al mercato, commercianti in rivolta

Agli occhi di molti pare che lì, di fronte al mercato comunale dello Statuto, in via Gramsci, l'arrestato sia lui: sbraita, inveisce e strepita accerchiato da esponenti dei più diversi nuclei delle forze dell'ordine. Tanto che, i pochi passanti della zona, incuriositi, si fermano a distanza, e con faccia un tantino perplessa, domandano: «Ma chi è quello là che farnetica?». Quello là è Aldo Siri, il presidente del municipio Centro Est, che se arrestato non è ancora, possibile che a breve lo sarà. Cosa? Sì, arrestato, non ha paura a dirlo, quasi lo promette «perché - dice - mi assumo tutte le responsabilità amministrative e penali per quello che sono pronto a compiere se entro un mese non cambierà qualcosa». Giusto, cosa? Più sicurezza per i commercianti, più controlli per i residenti, più vigilanza in quella zona di delinquenza e più intransigenza per ottenere il rispetto della legalità da parte di tutti. E per questo ha convocato gli esponenti delle forze dell'ordine al gran completo: i responsabili dei nuclei dell'Annona, del Centro Storico della polizia municipale e alti gradi dell'Arma dei carabinieri e della polizia di Stato con competenze su quel territorio. E sempre per questo, da metà settembre, è pronto a bloccare la strada, per paralizzare il traffico da Caricamento alla Commenda. «E per fermarmi mi dovranno arrestare - ribadisce - perché io andrò avanti anche per un mese intero».
I commercianti del mercato lo applaudono. «Ormai la gente ha paura e dalle nostri parti non compra più nessuno» lamenta Mirella Baseggio. Al coro si uniscono Grazia Buzzone, Mariuccia Pili e via via sempre più persone pronte ad abbandonare il banco di lavoro per raccontare ciò che non va: «le aggressioni, gli scippi, i furti che subiamo sempre più frequentemente e le risse degli stranieri». D'estate, poi, la situazione peggiora, e per questo Siri, in seguito all'ultima aggressione ha organizzato l'incontro, che precisa, «non è per attaccare le forze dell'ordine, ma per coordinare il lavoro comune». E aggiunge: «Loro fanno quello che possono, ed è chi ha responsabilità superiori che deve fare di più». Il riferimento è al sindaco, al prefetto e al questore. Servono più uomini e un miglior coordinamento, e se è necessario deve intervenire anche il governo e il guardasigilli «mica è possibile che la gente che loro arrestano poche ore dopo sia nuovamente in libertà. Anche i giudici devono dimostrare senso di responsabilità».

I militari in religioso silenzio, annuiscono e annotano. Prima di tornare al loro lavoro. Come interrogare due tunisini e tre rumeni, fermati dalla polizia, probabili protagonisti del lancio di bottiglie al mercato Statuto il giorno precedente.

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