Dell'Utri: "Spatuzza dice assolute falsità"

Il senatore attacca: "Il pentito Gaspare Spatuzza "può inventarsi qualsiasi cosa". "Si cercano pentiti - dice - con cui essere generosi se parleranno e poi si punta alla convergenza del molteplice. E' una follia".

Dell'Utri: "Spatuzza dice assolute falsità"

Roma - Il pentito Gaspare Spatuzza "può inventarsi qualsiasi cosa". Lo ha detto il senatore Marcello Dell'Utri, replicando a Lucia Annunziata che a 'In mezz'orà gli chiedeva che cosa si aspettasse dalla prossima deposizione dell'uomo a Torino. "Al di là di accordi con la mafia che non esistono - ha sottolineato - perché si parla di 'sentito dire', si risale al 1992 quando si pensava solo a lavorare e nessuno può immaginare che cosa totalizzante fosse l'avventura imprenditoriale di Berlusconi". "Sicuramente si tratta di assolute falsità. Non mi aspetto nulla dalle procure. Mi aspetto che si acclari la verità su quelle che sono evidenti e assolute falsità ". Marcello Dell'Utri, senatore del Pdl, commenta così le notizie sulla non iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Firenze del suo nome e di quello del premier Silvio Berlusconi. Dell'Utri dice che le accuse di cui i giornali hanno parlato "colpiscono e quindi mi aspetto e potrebbero fiaccare qualsiasi persona. Io aspetto che tutto si chiarisca".

"Le accuse che vengono da Spatuzza - prosegue Dell'Utri - non potranno portare a nulla: sono delle assolute falsità. Delle calunnie. La mia difesa è che queste accuse non esistono". Il senatore spiega quale sarà la linea di difesa dei suoi avvocati quando venerdì prossimo il nuovo pentito interverrà nel processo che lo riguarda, a Palermo. "Si cercano pentiti - dice - con cui essere generosi se parleranno e poi si punta alla convergenza del molteplice. E' una follia". Dell'Utri ha parlato anche di Mangano. "Una vicenda già chiarita più volte. Io ho detto che è stato eroico e lo ridico, perché non so se avrei avuto lo stesso atteggiamento. Lui, malato e in carcere, ha detto di non aver nulla da dire o dichiarare su di me o su Berlusconi, anche se gli era stato offerto di uscire". 

E' in corso un attacco a Berlusconi anche sul piano patrimoniale, ha sottolineato: "un attacco al patrimonio? Cercano di farlo, non credo che ci riusciranno ma è un tentativo che stanno facendo". E anche quanto è in atto su Fininvest "é veramente offensivo per chi conosce cos'é questa azienda".

"Lasciamo stare la parola 'complotto' però di fatto c'é una contrapposizione che è sotto gli occhi di tutti. C'é una dialettica ma non c'é complotto. Però se dovesse cadere Berlusconi sarebbe la fine per tutti. Se cadesse sarebbe la fine anche per Fini. E Fini lo sa bene". Marcello Dell'Utri "smonta" i riferimenti ai complotti e parla, da Lucia Annunziata, di una dialettica che attraversa diverse realtà, anche politiche. Dell'Utri chiede, ad esempio, alcuni interventi correttivi come quello sulla legge sui pentiti. "Credo che sia utile una correzione, anche se so che c'é un evidente conflitto di interessi, ma parlo a nome di quelle migliaia di persone che hanno visto la loro vita rovinata dalle parole di un pentito e dopo sono stati assolti. I pentiti sono utili ma vanno regolamentati copiando per esempio le normative che sono previste negli Stati Uniti".

Berlusconi non si fa processare, diversamente da Dell'Utri, perché "é un carattere diverso: lui è indignato in maniera allucinante perché ritiene una vera ingiustizia essere accusato semplicemente di cose inesistenti". "Io - spiega - non avevo alternative" e "rispondo per me". Per Dell'Utri il premier non si deve dimettere: "non vedo perché - spiega - debba lasciare un progetto che tutti gli chiedono di portare a termine".

"Il concorso esterno per mafia non é un reato. Ho letto sul Foglio quello che scriveva Plinio il Giovane e cioé che il reato di lesa maestà è l'unico che consenta di incriminare un non criminale. Il concorso esterno per mafia è uguale al reato di lesa maestà. Consente di incriminare chiunque non sia criminale", afferma Dell'Utri, sostenendo che il reato di concorso esterno per mafia va regolamentato. Ma si regolamenti che cos'é questo 'concorso esterno': diciamo che non contano le parole ma i fatti. E allora che ci siano dei fatti, per sostenere questo reato: regolamentiamolo". 

"So che tra pm di diverse procure vi sono collegamenti precisi, risultano da tante cose. Sono organizzati questi pm, lei conosce magistratura democratica, che è di sinistra e organizzatissima. Se c'é un disegno, se si cerca di trovare qualcosa che possa essere presentato come una apparenza di reato, si cerca di portarla avanti. Come diceva il famoso Campanella, che ha fatto 30 anni di carcere, 'Qui non si cerca il reato, si cerca di fare di me un delinquente'. Esattamente quello che sta succedendo a me".

Dell'Utri ribadisce che quanto detto dai pentiti è "tutto una sciocchezza ma sono ben confezionate e per il tempo che durano fanno danno. C'é la ripresa della carta stampata, della tv, una parte del paese viene sensibilizzata. Per fortuna, ha concluso dell'Utri - c'é un'altra parte che non crede a queste cose". 

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