Maria Cristina Giongo
Paura, rabbia e sgomento in Olanda per l'annunciato film sul Corano del leader del Partito della libertà (Pvv) Geert Wilders, che verrà trasmesso su internet fra qualche settimana.
Il governo olandese di centrosinistra ha fatto di tutto per ostacolare la realizzazione della pellicola, il cui titolo è “Fitna”, una parola che in arabo ha diversi significati tra cui “forza del male”. Le organizzazioni islamiche, in particolare quella marocchina (la Lbm, che conta 225 rappresentanti in tutto il Paese), stanno preparando una grande manifestazione di protesta. Gli imam hanno deciso di lasciare aperte le moschee il giorno di uscita del filmato e hanno indetto una giornata di preghiera contro «l'eretico maledetto» che ha proclamato guerra all'islam.
Su YouTube sono stati diffusi due agghiaccianti video. Nel primo appare una controfigura del parlamentare olandese, alle spalle del quale un uomo fa il gesto di decapitarlo e una voce fuori campo elenca i capi d'imputazione. Nel secondo si vede un manichino con le sembianze del deputato: gli sparano tre colpi alla testa.
Il Parlamento iraniano ha chiesto a quello olandese di impedire la diffusione di “Fitna”. Il ministro degli Esteri dell’Aia, Marcel Verhagen ha appena assicurato al suo collega siriano che il suo governo si dissocia dall'argomento trattato nel film e che se Wilders lo metterà in rete è probabile che il parlamentare dovrà abbandonare l'Olanda perché non sarà più possibile proteggerlo. Indignata la reazione di Wilders: «Tutto questo in una nazione come l'Olanda che si professa democratica e tollerante. Ma tollerante verso chi? Sapete che cosa vi dico? Che chi governa l'Olanda non è il governo Balkenende, ma la paura per l'islam. Il primo ministro Jan Peter Balkenende (cristiano-democratico, ndr) è un vigliacco, che teme di affrontare il problema e che nasconde la testa nella sabbia per non vedere il problema».
«Nascondere la testa nella sabbia come gli struzzi» è una tipica espressione olandese del gergo politico per indicare che si fanno le leggi con una mano sugli occhi. Tipo: la droga è proibita, ma si può vendere nei coffeshop: poi, se ne viene venduta troppa si fa finta di non vedere... L'eutanasia è proibita, ma in certi casi (molti) è permessa... La pedofilia è proibita, ma i siti pedofili, anche se perseguiti, non vengono oscurati. Insomma: si fa la legge e poi ci si gira dall'altra parte.
«Il governo - afferma Wilders in un'intervista al quotidiano Volkskrant - con questa sua assurda reazione di panico al mio film non fa altro che confermare la mia teoria secondo cui l'islam non è paragonabile al cristianesimo, che è una religione, ma a un'unica ideologia e che va affrontata come tale. Io sono un vero democratico e voglio poter usare gli strumenti democratici come mezzo di espressione. Ecco perché diffonderò il mio film in ogni caso. Se poi qualcuno reagirà con la guerra e la violenza non sarà certo per colpa mia».
Wilders racconta il suo «prima di tutto si tratta di un cortometraggio imperniato sul Corano, di cui analizzo alcuni versi, servendomi anche di immagini, per dimostrarne la pericolosità. Ci sarà anche uno spezzone tratto da un programma della tv palestinese in cui un imam dice ai suoi seguaci: “Tempo fa grazie ad Allah abbiamo governato il mondo. Presto arriverà il momento in cui lo domineremo”. Non posso aggiungere altro. So benissimo che rischio la fatwa, una condanna a morte islamica legalizzata: ricevo ogni giorno centinaia di minacce».
Ma allora perché rischiare tanto, non ha paura di morire? «Certo - ci dice Wilders - che ho paura di morire. Non sono un eroe. Sono soltanto un uomo che ama il proprio Paese, il quale sta perdendo la sua identità. Per fortuna - aggiunge il leader del Pvv - ho l'appoggio di molti elettori. Purtroppo non quello del mio governo. Anche Ayaan Hirsi Ali ha dovuto lasciare l'Olanda dopo il film Submission e poi il nostro governo se ne è lavato le mani. Oggi è costretta a vivere negli Stati Uniti, senza scorta, perché in Olanda non vogliono più proteggerla. Eravamo tutti e due nella lista nera trovata dopo la morte del regista di Submission, Theo van Gogh, assassinato per strada ad Amsterdam il 2 novembre 2004, come un bestia da macello. Da quel momento è cominciato l'inferno anche per me. Sono stato costretto a nascondermi, a trascorrere con mia moglie mesi e mesi in una cella di pochi metri quadrati, da dove non potevamo uscire, ricevere telefonate, visite. E tutto questo soltanto per aver detto che l'Olanda si stava islamizzando».
Sì, ma lei ha anche affermato che il Corano andrebbe proibito, che è un libro nazista. «Infatti vivo ancora sotto scorta. Ma non rinnego le mie idee. Io ce l'ho solo con gli estremisti islamici, non con i musulmani in generale. Questo deve essere ben chiaro. Il film si chiama “Fitna” perché intendo dire che chi semina il male è un assassino, un criminale. Ho pensato quindi di usare questa parola come uno specchio. E indica altrettanto bene che cosa è l'islam: un altro pericolo per la democrazia dopo il nazismo e il comunismo.
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