La colite, uno dei disturbi digestivi in assoluto più diffusi anche in Italia, è un'infiammazione del colon, il secondo tratto dell'intestino crasso. Con questo nome, tuttavia, non si intende indicare un'unico genere di patologia, dal momento che esistono una serie di variabili, distinte l'una dall'altra a seconda della causa scatenante. Una prima rilevante differenza è quella relativa al suo sviluppo, dato che si può presentare con esordio e decorso acuti, oppure essere in forma cronica.
Per quanto concerne l'eziologia, si distinguono diversi tipi di coliti, a partire da quelle autoimmuni, malattie infiammatorie intestinali croniche che includono le ulcerose e il morbo di Crohn, fino ad arrivare a quelle infettive, prodotte da un agente patogeno, o a quelle ischemiche, microscopiche, linfocitiche o atipiche.
Tra le forme più comuni, sulle quali anche noi con qualche accorgimento a tavola possiamo influire, ci sono quelle derivanti dalla sindrome del colon irritabile, con dolori e infiammazioni connessi a fattori endogeni. "Quando si parla di colite parliamo di una patologia dall’eziologia multifattoriale", spiega a La Gazzetta dello Sport il biologo e nutrizionista Riccardo Roveda, che concentra la propria attenzione proprio sui disturbi generati dal colon irritabile e sui quali è possibile intervenire con una scelta dei cibi da privilegiare o da evitare a tavola.
La dieta
La colite comporta fastidi molto seri non solo per quanto concerne i problemi che da essa derivano, come gonfiore e dolori addominali, diarrea persistente, incontinenza fecale o addirittura affaticamento e perdita di appetito e di peso, ma anche per le conseguenze che portano il paziente progressivamente ad annullare la sua vita sociale. "È importante agire con una buona alimentazione per evitare di aggravare i sintomi", consiglia l'esperto.
Ma come si può combattere il disturbo a tavola? Innanzitutto privilegiando "cibi facilmente digeribili a livello gastrointestinale, ad esempio riso, patate, verdura cotta come carote e zucchine, pesce leggero come i pesci bianchi, merluzzo, nasello". Al contrario, spiega il dottor Roveda, sono da evitare pesci come pesce spada e tonno.
Anche le carni bianche come pollo e tacchino sono indicate per chi soffre di colite, ma è importante pure "inserire nella dieta le fibre solubili che permettono un transito intestinale corretto in modo da non avere materiale fecale in eccesso che si accumula e produce scorie, gas e disbiosi". Ecco perché sono perfette le mele, le banane, e i cereali come l'avena. "Importante integrare anche i probiotici, che si possono assumere tramite integratori ma anche con lo yogurt, il kefir, lo skyr, e tenere sempre alta l’idratazione: ben vengano quindi le tisane", precisa ancora l'esperto.
Da bandire sarebbero invece quei cibi in grado di scatenare o aggravare la colite causata da colon irritabile, quali le spezie piccanti come peperoncino, pepe o curry. "Evitiamo assolutamente caffè, i tè molto concentrati, il cioccolato", aggiunge il dottor Roveda. "Vanno evitati i fritti e gli alimenti molto grassi, e ovviamente con la colite vanno evitati anche gli alcolici e tutte le bibite gassate".
Andrebbero messi da parte, o comunque limitati, pure gli alimenti a elevato contenuto di Fodmap, pertanto "gli oligosaccaridi altamente fermentabili che si trovano in cavoli, broccoli, cipolle, aglio e nei legumi". Partendo dalle nostre abitudini a tavola è possibile limitare i danni di uno dei disturbi intestinali in assoluto più diffusi tra la popolazione di tutto il mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.