Gli scienziati della Harvard TH Chan School of Public Health, guidati dal ricercatore associato presso il Dipartimento di Nutrizione Fenglei Wang, hanno scoperto che una maggiore assunzione di ferro eme presente nella carne rossa e in altri prodotti animali è associata a un rischio più elevato di sviluppare il diabete di tipo 2. Lo studio è stato pubblicato su "Nature Metabolisme".
Che cosa è il diabete di tipo 2
Questa malattia metabolica è caratterizzata da un eccesso di zuccheri nel sangue, una condizione nota come iperglicemia. Vi è una stretta connessione tra la sua insorgenza e l'insulina, ossia un ormone secreto dalle cellule beta del pancreas indispensabile per mantenere nella norma i livelli ematici di glucosio. L'iperglicemia è causata da due anomalie che, nella maggior parte dei casi, coesistono:
- Insulino resistenza, cioè resistenza dei tessuti all'azione dell'insulina
- Deficit di secrezione di insulina, ovvero il progressivo e irreversibile declino della capacità delle cellule beta delle isole di Langerhans di produrre insulina.
Le cause e i sintomi del diabete di tipo 2
Nella quasi totalità dei casi a scatenare il diabete di tipo 2 sono gli eccessi alimentari e gli stili di vita scorretti. Da tempo fra i maggiori indiziati rientrano la sedentarietà, l'obesità, una dieta ricca di zuccheri, l'ipertensione, l'eccesso di trigliceridi e di colesterolo LDL. Attenzione anche ai fattori di rischio: età, familiarità, una storia di iperglicemia gestazionale, la sindrome dell'ovaio policistico, l'appartenenza alla popolazione nera e ispanica.
La patologia è subdola poiché i sintomi insorgono in maniera lenta. Il paziente può accusare:
- Polifagia
- Poliuria
- Polidipsia
- Cefalea
- Prurito
- Lenta guarigione delle ferite
- Irritabilità
- Visione offuscata
- Infezioni ricorrenti.
Puoi approndire l'argomento leggendo l'articolo sui sintomi più comuni del diabete.
Diabete di tipo 2, occhio alla carne rossa
Fenglei Wang ha affermato: «Rispetto agli studi precedenti che si basavano esclusivamente su dati epidemiologici, abbiamo integrato più livelli di informazione, tra cui i biomarcatori metabolici convenzionali e la metabolomica all'avanguardia. Questo ci ha permesso di ottenere una comprensione più completa dell'associazione tra l'assunzione di ferro eme e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, nonché delle potenziali vie metaboliche alla base di questo legame».
I ricercatori, utilizzando i dati ottenuti in 36 anni di indagini di ben 206.615 pazienti, hanno esaminato l'assunzione da parte dei partecipanti di varie forme di ferro (totale, eme, non eme, dietetico, supplementare), il quantitativo di zuccheri nel sangue, lo stato di salute in generale e lo stile di vita.
Inoltre il team ha esaminato i biomarcatori metabolici plasmatici alla base della relazione del ferro eme con il diabete di tipo 2 di 37.544 soggetti. Sono poi stati presi in considerazione i profili metabolomici di 9.024 individui, ovvero i livelli plasmatici di metaboliti di piccole molecole che sono sostanze derivate da processi corporei come la scomposizione di alimenti o di sostanze chimiche.
I risultati dello studio
Gli scienziati hanno individuato una relazione significativa pari al 26% tra una maggiore assunzione di ferro eme e la possibilità di soffrire di diabete di tipo 2. In particolare l'alimento a maggior rischio è risultato essere la carne rossa. Gli studiosi sono altresì giunti alla conclusione che l'introduzione cospicua di ferro eme è associata a livelli più alti di biomarcatori come il peptide C, i trigliceridi, la proteina C-reattiva, la leptina e i marcatori di sovraccarico di ferro, nonché a livelli più bassi di biomarcatori benefici, tra cui il colesterolo HDL e l'adiponectina.
Secondo i ricercatori, i risultati dell'analisi hanno importanti implicazioni per le linee guida dietetiche e per le strategie di salute pubblica al fine di ridurre i tassi di diabete.
Tali esiti sollevano soprattutto preoccupazioni sull'aggiunta di ferro eme alle alternative alla carne a base vegetale per migliorarne l'aspetto e il sapore. Sono ora necessarie ulteriori indagini.Leggi anche:
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