In Europa interessa il 2-5% delle gravidanze. Stiamo parlando della gestosi (nota anche come preeclampsia), una condizione che rientra nelle cosiddette sindromi ipertensive. La donna che ne soffre, infatti, con l'avvento della gestazione va incontro ad un rialzo della pressione arteriosa talvolta accompagnato da edema ed aumento della proteinuria (le proteine presenti nell'urina). Si parla di ipertensione quando i valori della pressione sistolica (massima) sono superiori a 140 mm/Hg e quelli della diastolica (minima), invece, salgono al di sopra dei 90 mm/Hg.
Solitamente la gestosi insorge tra la ventesima settimana di gravidanza e le prime settimane successive al parto, per poi scomparire dopo tre mesi. Si tratta di un disturbo che non deve essere mai sottovalutato, infatti la preeclampsia evolve facilmente in eclampsia e nella cosiddetta HELLP Syndrome. L'eclampsia è caratterizzata dal coinvolgimento del sistema nervoso, infatti si manifesta con crisi convulsive più o meno gravi. La HELLP Syndrome prevede, invece, il coinvolgimento del feto e il danneggiamento di altri organi e può avere anche esito fatale.
Le cause e i fattori di rischio della gestosi
Attualmente le cause della gestosi non sono note con chiarezza, tuttavia si ritiene che essa sia l'esito di problematiche connesse al processo di placentazione. Ciò significa che il precursore della placenta, il trofoblasto, non è in grado di insinuarsi correttamente nelle arteriole spirali uterine con le quali, in condizioni normali, instaura scambi nutritivi a bassa resistenza. Diverse le conseguenze: minore perfusione placentare, riduzione degli scambi tra madre e feto, aumento della pressione sanguigna della donna. Non bisogna poi dimenticare che esistono dei fattori di rischio:
- età superiore ai 35 anni;
- familiarità;
- fattori immunitari e genetici;
- ipertensione precedente la gestazione;
- diabete;
- obesità;
- patologie renali;
- disturbi della coagulazione;
- gravidanza gemellare;
- fumo di sigaretta.
I sintomi e la diagnosi della gestosi
Come già detto il sintomo principale della gestosi è l'ipertensione che può presentarsi a partire dalla ventesima settimana di gestazione. Si tratta di una condizione subdola che talvolta non dà manifestazioni evidenti oppure le stesse sono sfumate e quindi vengono spesso trascurate. Anche una proteinuria anomala deve destare sospetto. In particolare il valore minimo da non sottovalutare è pari a 0,3 grammi di albumina presente nelle urine raccolte da 24 ore. Attenzione, infine, agli edemi ossia agli accumuli di liquidi in alcune parti del corpo: palpebre, viso, mani, gambe, piedi.
La diagnosi, oltre che sulla misurazione costante della pressione arteriosa, si basa sull'esecuzione di alcuni test ematici e non che spesso, per comodità della paziente, vengono eseguiti in regime di day hospital. In questo modo si garantisce una maggiore sicurezza sia per la madre, sia per il suo bambino. Tra le indagini sono contemplate la flussimetria delle arterie uterine, il battito cardiaco fetale e le ecografie.
Gestosi e dieta mediterranea
La dieta mediterranea è un modello nutrizionale ispirato all'alimentazione tipica delle popolazioni dell'Italia meridionale, della Grecia e della Spagna che da sempre condividono le medesime tradizioni in fatto di disponibilità di alimenti e derivati dall'agricoltura, dalla pastorizia e dalla pesca. Questo regime alimentare è uno dei più salutari al mondo. A caratterizzarlo è l'abbondante consumo di cibi di origine vegetale e non, di stagione e di provenienza locale (verdura, frutta, ortaggi, patate, legumi, pesce, latticini, pane e cereali soprattutto integrali). Più limitata, invece, è la scelta di vino e di carni rosse. La fonte principale di grassi, infine, è rappresentata dall'olio di oliva.
Esiste una connessione positiva tra la gestosi e la dieta mediterranea? La risposta è affermativa. Gli scienziati dello Smidt Heart Institute del Cedars-Sinai, guidati dalla dottoressa Natalie Bello, hanno infatti scoperto che il modello nutrizionale mediterraneo è associato a un rischio minore del 28% di soffrire di preeclampsia. Lo studio, pubblicato su Network Open, ha altresì valutato l'associazione tra questo regime alimentare e altre problematiche della gravidanza, quali parto pretermine, diabete e mortalità fetale.
Lo studio
Alle 7.798 donne incinte del loro primo figlio è stato chiesto di compilare un questionario semi-quantitativo sulla frequenza delle bevande e degli alimenti assunti durante i tre mesi precedenti la loro prima visita ginecologica verificatasi nel primo trimestre. Le risposte delle partecipanti sono state poi classificate nei nove componenti della dieta mediterranea (verdure, frutta, noci, cereali integrali, legumi, pesce, carni rosse e lavorate, alcol) al fine di calcolare un punteggio. Dai dati è emerso che:
- delle 7.798 donne, il 10% aveva 35 anni o più. L'11% erano nere non ispaniche. Il 17% erano ispaniche. Il 4% erano asiatiche;
- il 20% delle iscritte erano obese all'inizio dell'indagine;
- un punteggio alto nella dieta mediterranea era correlato al 21% in meno di probabilità di soffrire di disturbi durante la gravidanza, nonché a un rischio inferiore del 28% e del 37% di sviluppare gestosi e diabete gestazionale.
La dottoressa Bello afferma che sono
necessari ulteriori studi a lungo termine, tuttavia questi risultati dimostrano che la dieta mediterranea è in grado di preservare la salute delle donne per tutta la durata della loro vita, anche in gravidanza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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