Buono, saporito e versatile: il salmone è uno degli ingredienti più amati in cucina, apprezzato per il suo gusto delicato e la sua versatilità. Che sia alla griglia, affumicato o crudo in un sushi, il salmone è un alimento che conquista a tavola. Ma oltre al suo sapore, c’è un mondo intero dietro la sua produzione. Questo ci ha portato in Norvegia, a Stokmarknes e Tromsø, per scoprire la realtà che si cela dietro il salmone norvegese, simbolo di eccellenza e sostenibilità. Il nostro viaggio ci ha consentito di incontrare Tom-Jørgen Gangsø, Direttore Italia del Norwegian Seafood Council, che ci ha guidato attraverso il complesso mondo dell’acquacoltura norvegese. Gangsø ha spiegato come la Norvegia sia un pioniere nella gestione sostenibile delle risorse marine. Tuttavia, anche un sistema così avanzato deve confrontarsi con sfide importanti, tra cui il bilanciamento tra la necessità di una produzione efficiente e il rispetto dell’ambiente.
Sostenibilità e innovazione
La sostenibilità è un principio cardine dell’acquacoltura norvegese fin dagli anni ’70. Il modello di gestione norvegese si basa su normative stringenti che regolano ogni aspetto della produzione, dalla qualità dell’acqua alla salute dei pesci. La Direzione della Pesca svolge un ruolo cruciale, monitorando tutte le fasi della filiera, dai controlli sulle quote di pesca al rispetto delle norme negli allevamenti. Parallelamente, la Guardia Costiera si assicura che le attività di pesca, norvegesi ed estere, avvengano nel rispetto delle normative. Anche l’Autorità per la Sicurezza Alimentare ha un ruolo essenziale, verificando il benessere dei pesci e monitorando parametri fondamentali come la mortalità e la salubrità delle acque. Grazie a questa sinergia, il salmone norvegese è il risultato di un sistema che integra sostenibilità, innovazione e trasparenza. Per esempio le gabbie per l’allevamento rispettano norme severe per garantire il benessere dei pesci, con il 97,5% dello spazio occupato da acqua corrente. Inoltre, la tecnologia avanzata consente un monitoraggio costante della qualità dell’acqua, della densità dei pesci e della loro salute.
I falsi miti sul salmone
Nonostante gli sforzi per comunicare la qualità e la trasparenza dell’industria, permangono alcuni miti sul salmone norvegese. Uno dei più comuni riguarda l’uso degli antibiotici. In realtà, grazie ai vaccini, meno dell’1% dei salmoni allevati in Norvegia viene trattato con antibiotici durante la sua vita. Anche in questi rari casi, rigorosi controlli assicurano che il prodotto finale non contenga residui. Inoltre, il salmone norvegese, contrariamente a quanto si pensa, è ricco di omega-3, essenziali per la salute del cuore e del cervello, oltre a vitamine e minerali fondamentali. Un altro pregiudizio riguarda la mancanza di spazio nelle gabbie. Le normative norvegesi impongono che le gabbie non siano sovraffollate, assicurando ampio spazio per il movimento e il benessere dei pesci. Inoltre, l’uso di astaxantina, un pigmento naturale che conferisce il caratteristico colore rosato al salmone, è fondamentale per il loro sistema immunitario ed è ottenuto in modo sostenibile, senza depauperare le risorse naturali.
La sfida dell’industria
La sostenibilità non è solo una parola d’ordine, ma una vera e propria sfida per l’industria del salmone norvegese. I cambiamenti climatici e le nuove malattie dei pesci rappresentano problemi complessi che richiedono risposte innovative. L’industria sta lavorando per migliorare continuamente le pratiche di allevamento, puntando su tecnologie avanzate e alimenti per pesci più sostenibili. Per esempio, il mangime per salmoni norvegesi utilizza ingredienti vegetali e marine provenienti da fonti responsabili, come la soia a deforestazione zero. “La sostenibilità è parte del nostro DNA”, afferma Gangsø, “ma sappiamo che il lavoro non è finito. Stiamo affrontando le sfide con trasparenza, innovazione e un impegno costante per migliorare”.
Questo impegno ha permesso all’acquacoltura norvegese di guadagnare riconoscimenti globali, come la leadership nel Coller FAIRR Protein Producer Index, che valuta le pratiche sostenibili delle principali aziende alimentari mondiali.
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