Le donne che sono rimaste incinta almeno una volta nella vita e alle quali sono stati prescritti gli integratori di ferro lo sanno: il ferro contribuisce a sentirsi più energici e migliora visibilmente la salute di unghie e capelli. Ma non si esaurisce tutto qui, perché il ferro è un importante nutriente, la cui carenza può portare a gravi problemi.
La mancanza di ferro, stando alle stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, affligge il 30% delle donne in età fertile, con picchi fino al 38% per quelle fasce che vanno dalla pubertà ai 20 anni. Anche gli uomini ne soffrono, ma il fenomeno è molto più limitato, perché per le donne gran parte del problema ha a che fare con le perdite di sangue mestruale. Tra le cause generiche ci possono essere anche celiachia e alimentazione povera di nutrienti.
Gli alimenti ricchi di ferro
Il ferro viene introdotto dall’organismo grazie al cibo, solitamente, come si legge sul sito di Humanitas, sotto forma di ferro emico (presente negli alimenti di origine animale) e ferro non emico (presente negli alimenti di origine vegetale). Questi cibi sono:
- fegato e interiora;
- carne bovina, equina, ovina, suina, cacciagione e pollame;
- crostacei;
- molluschi;
- alcuni pesci (tonno, baccalà, trota, acciughe e sarde);
- verdure a foglia verde;
- frutta secca;
- legumi;
- tofu.
Per agevolare l’assorbimento del ferro, può essere utile il connubio con la vitamina C, che è contenuta in agrumi, pomodori, peperoni, broccoli, uva, kiwi e ribes. Per esempio alcuni piatti possono essere preparati con ingredienti ricchi di ferro da un lato e ingredienti ricchi di vitamina C dall’altro.
I rischi della carenza di ferro nell’organismo
Non è facile comprendere di avere una carenza di ferro in base ai sintomi, poiché, come spiega National Public Radio, sono comuni non solo a diverse patologie, ma possono essere scambiate per malesseri passeggeri: stanchezza, irritabilità e pelle pallida non sono infatti sintomi che vengono percepiti facilmente come tali, per cui quando un medico sospetta che manchi ferro nell’organismo di un paziente, si procede all’analisi del sangue, per capire quale sia la concentrazione di ferritina nel sangue, ovvero la proteina capace di immagazzinare il ferro: questa deve essere superiore a 15 microgrammi per litro di sangue.
Il rischio maggiore della mancanza di ferro è l’anemia, che deriva da un abbassamento dell’emoglobina nei globuli rossi: il gruppo eme (ferro) infatti compone l’emoglobina, fondamentale nel trasporto dell’ossigeno. Tuttavia la carenza di questo nutriente può portare anche ad ansia, depressione, sindrome delle gambe senza riposo, insufficienza cardiaca, perdita dell’udito. Per le donne in gravidanza il rischio “raddoppia” in un certo senso, poiché coinvolge anche il feto: non solo c’è la possibilità di un parto prematuro o di problemi nello sviluppo del cervello del nascituro, ma anche che il bambino, una volta nato, sperimenti a propria volta una carenza di ferro fin dai primi istanti di vita.
Come si contrasta la carenza di ferro
Quando il medico riscontra una carenza di ferro, è molto probabile che prescriverà degli integratori: hanno solitamente un cattivo sapore, ma naturalmente fanno molto bene alla salute laddove ce ne sia necessità.
Gli integratori vanno associati a una dieta in cui sono inclusi alimenti ricchi di ferro, per cui è possibile che si venga indirizzati a un nutrizionista. Il fabbisogno giornaliero si attesta a 18 milligrammi di ferro per le donne in età fertile, mentre per gli uomini e per le donne in menopausa o post-menopausa scende a 8 milligrammi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.