La dieta vincente d’Italia 1 «Telefilm e comici sono carboidrati e proteine»

Il direttore Tiraboschi: «Felice della nostra media (10,8%), gli ingredienti sono identità e linguaggio giovane»

La dieta vincente d’Italia 1 «Telefilm e comici sono carboidrati e proteine»

da Milano

Pure la bruttina con l'apparecchio ai denti è piaciuta. Non solo al suo capo superbello. Ma soprattutto al pubblico che si è appassionato alle assurde avventure di una assistente che tenta di sopravvivere a una spietata redazione di una rivista di moda. Ugly Betty è l'ultimo successo lanciato da Italia 1, la rete Mediaset che, tranne qualche pecca, ha imbroccato da anni la strada giusta. In sostanza: uno dei pochi canali generalisti, in Italia, che tenta una via moderna. Con un unico scopo: trattenere i giovani che sempre più stanchi della Tv tradizionale si dirigono verso il satellite, ma soprattutto Internet. Dunque, dalle Iene, a Dr House, passando per CSI, per Italia Uno la stagione primaverile che si chiude domani è costellata da segni positivi: 10,8 per cento di share la media della prima serata, che significa per il quinto anno consecutivo restare terza rete nazionale. E, se si considera il pubblico più giovane, il canale Mediaset risulta (nell'intera giornata) il più visto fino ai vent'anni e il secondo fino ai 35.
«Identità forte e linguaggio giovane sono i due ingredienti che stanno alla base del nostro palinsesto - spiega il direttore Luca Tiraboschi che da cinque anni guida Italia 1, pescando tra i programmi sparsi nel mondo, ma non spostandosi mai, lui, dall'asse Cologno Monzese-Bergamo (dove abita) -. Noi cerchiamo di miscelare intrattenimento e telefilm in equilibrio perfetto, come si fa in una dieta con proteine e carboidrati. E puntiamo su un target giovane, non giovanilistico, che significa non guardare all'età anagrafica ma allo spirito arzillo del pubblico». Su Italia 1 funziona anche l'autopromozione sia attraverso gli spot realizzati dagli spettatori sia con le serate tematiche. In questa direzione, fiore all'occhiello della stagione appena conclusa sono stati gli appuntamenti dedicati alle serie medical o a quelle investigative. La sequenza Dr House, Grey's Anatomy, Nip/Tuck Huff, era di quelle imperdibili. «In questo modo stabiliamo un patto con il nostro pubblico e lo fidelizziamo, cioè ce lo teniamo stretto: al martedì sanno che troveranno la serata comica, al giovedì quella poliziesca con CSI e gli altri serial (più maschile) e al venerdì quella medica (più femminile)». Ma l'impronta moderna (e più internazionale) viene data dalla durata, anzi dalla brevità, dei programmi: serie e show lunghi un'ora, al massimo un'ora e mezza, come da tempo in uso in America e, finalmente, in arrivo anche da noi, soprattutto sui canali Sky... A parte, ovviamente, i reality che necessitano di tempi lunghi (e spesso noiosi), Italia 1 ha sperimentato show come Buona la prima con Ale e Franz e La Strana coppia con Luca e Paolo. Entrambi, nascono sulla base di precedenti esperimenti come Camera Cafè e Love Bugs. In particolare, lo show di Ale e Franz è stato uno di quei tentativi azzardati ma riusciti: basato sull'improvvisazione, correva il rischio di sembrare taroccato e invece è risultato credibile: media del 12 per cento (che ricordiamo per Italia Uno è buona visto che l'obiettivo di rete viaggia sul 10-11 per cento) e tre milioni di spettatori. A seguire La strana coppia ha registrato il 10 per cento con 2 milioni 200mila spettatori.
E, ora, veniamo alle pecche. La più eclatante è stata Azzardo, il quiz di access prime time che, nel gioco di squadra con Striscia la notizia, doveva servire a togliere pubblico appassionato di quiz ad Affari tuoi di Raiuno e che invece si è rivelato una delusione. La prima scelta di conduzione, Alessandro Cecchi Paone, era fuori linea tanto che il giochino è arrivato soltanto al 6,4 per cento. Il tentativo di rimediare con un conduttore più giovane, Daniele Bossari, ha peggiorato le cose: 5,7 per cento. Ora, va molto meglio la vecchia serie Walker Texas Ranger (10,7%). Invece su Danger, nonostante gli ascolti un po' sotto la media di rete (9,9%), Tiraboschi rivendica la scelta. «Sapevo che era un programma da seconda serata, ma Marco Berry ci ha messo tanto impegno e ha corso tanti pericoli e, visto che la rete era in salute, ho deciso di mandarlo in prime time. In effetti, l'ultima puntata è andata in seconda e ha fatto più ascolto». Anche Colorado, nonostante non raggiunga i livelli di comicità di Zelig (che nacque su Italia 1) ha successo: 11,56%. Insomma, una rete che non teme o non teme troppo la concorrenza della corazzata Sky che sui giovani punta tutto. «Lottiamo per lo stesso pubblico.

La differenza è che noi facciamo il 10 per cento con un canale, loro il sette con ottocento». A settembre, si ricomincia: senza La Pupa e il secchione che tornerà nel 2008 e si spera senza la Premiata Ditta, che con Italia uno, non c’è mai centrata nulla.

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