"Dietro la morte di Pasolini il furto delle pizze di Salò"

"Dietro la morte di Pasolini il furto delle pizze di Salò"

L'omicidio di Pier Paolo Pasolini, ucciso la notte tra l''1 e il 2 novembre 1975 all'Idroscalo di Ostia, potrebbe essere legato al furto delle pellicole originali di alcune scene del suo film Salò e le 120 giornate di Sodoma, che era ancora in produzione: lo scrittore-regista sarebbe andato all'Idroscalo proprio per riuscire a recuperarle. È questa l'ipotesi che emerge dalla relazione finale della Commissione parlamentare Antimafia della scorsa legislatura, resa nota oggi.

In questa ipotesi, aggiunge la Commissione, sarebbero coinvolti nel delitto «gruppi malavitosi di rilievo» come la Banda della Magliana. Nella relazione viene anche precisato che «appaiono ormai del tutto improbabili soluzioni di carattere giudiziario, ma resta utile, in prospettiva storica, che le ricerche sul movente e sulle modalità dell'aggressione che causarono la morte di Pasolini, mai chiarite, siano riprese alla luce dei rilievi emersi dalla attività della Commissione di inchiesta».

«Ho accolto la relazione con grande sorpresa e soddisfazione», ha affermato il legale dei familiari di Pasolini, l'avvocato Stefano Maccioni. «Io feci riaprire le indagini e ho sempre chiesto un approfondimento sul coinvolgimento della banda della Magliana. Il cugino di Pasolini, Nico Naldini, disse che Pasolini non teneva a quelle pizze rubate, ma io rintracciai e ascoltai il montatore e lui mi disse che invece teneva in modo particolare a quelle pizze». L'avvocato è convinto che ci siano elementi che fanno ipotizzare un collegamento e l'ipotesi di «una trappola» per attirare lo scrittore all'Idroscalo. «La procura non ha mai indagato sul movente - sottolinea il legale - e il movente è fondamentale perché fa cadere la versione di Pelosi, tanto più che sul posto sono stati trovati tre dna diversi. E se ci stavano più persone e non solo Pelosi, cade l'omicidio a sfondo sessuale».

Pelosi fu arrestato il 2 novembre e confessò l'omicidio.

Nel 1976 fu condannato a 9 anni di carcere ma ne scontò solo 7: nell'82 ottiene la semilibertà e nell'83 la libertà condizionata. Il colpo di scena 30 anni dopo, nel 2005, quando Pelosi cambia clamorosamente versione: «Non fui io ad uccidere Pasolini».

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