Non c'è solo il rischio militare: quello di una guerra tra Cina e Taiwan, e di riflesso, tra Pechino e il blocco occidentale. La questione taiwanese è anche – e soprattutto - una bomba a orologeria che, in caso di esplosione, rischia di scuotere l'intera economia globale. Basta, infatti, che il Dragone realizzi un blocco navale attorno all'isola per tagliare fuori Taipei dalle catene di approvvigionamento dei semiconduttori e causare un danno al pianeta intero dal valore di circa 5 trilioni di dollari. Nel frattempo una delegazione statunitense è atterrata a Taiwan con la promessa di fornire al più presto le armi acquistate dalle forze armate taiwanesi.
La questione economica di Taiwan
"Un blocco reale che tagliasse fuori Taiwan dal mondo intero, bloccherebbe una parte significativa delle forniture globali di semiconduttori, con un costo per l'economia mondiale di circa 5.000 miliardi di dollari", hanno stimato Jennifer Welch, capo analista geoeconomico di Bloomberg Economics, e il suo collega Gerard DiPippo. Nello specifico, la stessa testata ha calcolato circa una probabilità su quattro che possa verificarsi una "grande crisi" nello Stretto di Taiwan nei prossimi cinque anni.
La crescente preoccupazione a Taipei coincide tuttavia con l'ipotesi di un blocco da parte della Cina, che sarebbe militarmente molto meno pericoloso per le forze del continente rispetto a un tentativo di un'ipotetica invasione anfibia. Una simile mossa da parte del Dragone non necessariamente scatenerebbe una guerra, è vero, ma costringerebbe Taiwan ad una quarantena economica. Detto altrimenti: le spedizioni da e verso l'isola sarebbero interdette.
Nel caso in cui la Cina dovesse imporre un blocco, una parte importante dell’impatto economico globale consisterebbe nell'interruzione delle forniture di semiconduttori da parte di TSMC, il più grande produttore di chip a contratto del mondo per quota di mercato, nonché il fornitore di riferimento per aziende come Apple e Nvidia. Ricordiamo che, quando si tratta di chip avanzati, la quota del mercato mondiale di Taiwan è pari a circa il 46%.
Il costo di un blocco e l'ombrello Usa
Le automobili e l’elettronica domestica sarebbero danneggiate da un blocco cinese di Taiwan, mentre le economie e le regioni che dipendono maggiormente da questi settori ne soffrirebbero in modo sproporzionato. Nella lista dei possibili sofferenti troviamo Corea del Sud, Messico, Sud-Est asiatico, Giappone e Unione Europea.
Una quarantena economica a Taiwan, insieme all’imposizione di sanzioni occidentali alla Cina, ridurrebbe il pil globale di circa 5mila miliardi di dollari, o del 5%, nel primo anno. Il pil americano scenderebbe del 3,3% e quello cinese dell’8,9%. E la situazione potrebbe ulteriormente esser peggiore se il blocco dovesse sfociare in una guerra vera e proprio.
E gli Usa? Dal canto loro gli Stati Uniti promettono di rafforzare la deterrenza di Taiwan di fronte alla Cina. Le ultime manovre militari cinesi intorno all'isola sono "una tattica intimidatoria per punire la democrazia", ha detto il presidente della Commissione Esteri della Camera Usa, Michael McCaul, che ha promesso di rafforzare la difesa di Taiwan accelerando la consegna da parte degli Usa di armi difensive.
Il repubblicano McCaul, che guida la delegazione del Congresso giunta ieri Taipei e che stamani ha visto il presidente William Lai, ha promesso l'arrivo delle armi acquistate "al più presto". "Stiamo andando avanti su questi sistemi d'arma, vorrei più velocemente, ma sono imminenti", ha rilanciato sotto gli occhi attenti di Pechino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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