Rischio per i caccia Usa di sesta generazione: cosa può succedere al progetto Ngad

L'aeronautica militare Usa sta rivedendo in profondità i requisiti fondamentali del nuovo caccia stealth di sesta generazione

Rischio per i caccia Usa di sesta generazione: cosa può succedere al progetto Ngad
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L'aeronautica militare statunitense (Usaf) sta riesaminando i requisiti fondamentali del nuovo caccia stealth di sesta generazione, come parte della revisione attualmente in corso del programma più ampio denominato Next Generation Air Dominance (Ngad). L'Usaf ha affermato anche che la rivalutazione tocca questioni più ampie riguardanti tutte le capacità che si prevede di utilizzare per raggiungere la superiorità aerea in futuro.

The War Zone riferisce che il vice capo di Stato maggiore dell'aeronautica Usa, generale James Slife, e Andrew Hunter, assistente segretario dell'aeronautica per l'acquisizione, la tecnologia e la logistica, hanno parlato del programma Ngad e di questioni correlate durante un discorso tenuto presso la Defense News Conference mercoledì 4 settembre.

L'Usaf, negli ultimi mesi, ha avviato una rivalutazione del Ngad, a partire dai costi di progettazione e sviluppo dell'intero programma (che comprende anche il Collaborative Combat Aircraft - Cca) definiti dallo stesso segretario dell'aeronautica statunitense “esosi”. L'aviazione Usa vuole fino a 200 Ngad, la cui produzione in serie dovrebbe iniziare prima del 2030 in modo che possano cominciare a sostituire gli F-22 “Raptor”, ma problematiche industriali di Boeing e Lockheed-Martin (attuali concorrenti del progetto) potrebbero facilmente sia ritardarne la produzione sia costringere il Pentagono a ridurne il numero o a ridimensionarne le caratteristiche, e quindi le capacità.

L'aeronautica ha confermato a luglio di aver sospeso i suoi piani per i velivoli di sesta generazione a causa delle pressioni di bilancio e degli interrogativi che sono emersi sui requisiti di base, benché abbia insistito sul fatto che si sta ancora pianificando di portare avanti questo sforzo in qualche modo, anche se l'aspetto finale dell'aereo, incluso se alla fine richiederà o meno un pilota, è diventato sempre più incerto.

Il generale Slife ha ammesso che “dal punto di vista dei requisiti, quello che direi è che stiamo tornando indietro e ricominciando dall'inizio”, che fa ritenere che il programma accumulerà ulteriori ritardi e probabilmente il disegno definitivo del velivolo (e il vincitore della gara d'appalto), non si vedrà prima della fine dell'anno, come invece spera che accada il generale Kenneth Wilsbach comandante dell'Air Combat Command (Acc).

Il progetto Ngad aveva come requisito principale di sviluppo, emerso pubblicamente a metà degli anni 2010, quello di essere una piattaforma Penetrating Counter-Air (Pca), pensata per sostituire gli F-22. Poi la piattaforma si è evoluta in qualcosa di più, anche grazie alla richiesta di poter interagire con droni da attacco (i Cca) che allora venivano chiamati loyal wingman, aspetto quest'ultimo su cui ancora oggi insistono i vertici dell'Usaf. Ora ci si chiede quale tipo di missione il caccia di sesta generazione dovrà svolgere, stante anche il fatto che dovrà integrarsi con la flotta di F-35, F-22 e F-15EX.

La priorità in questo momento, come riferisce ancora il generale Slife, è avere un approccio flessibile per la progettazione: viene riportato proprio l'esempio felice del Cca (progettato da General Atomics e Anduril) che nel suo “increment 1” ha la capacità di contrasto aria-aria. Quale potrebbe essere quindi un possibile “increment 2”? Non è scontato che possa trattarsi di capacità aria-aria migliorate, ma potrebbe essere un set di missioni completamente diverso.

Il Ngad, però, è una famiglia di sistemi, e la possibilità di avere una piattaforma omni-ruolo a costi contenuti è una chimera, come dimostra la storia dell'F-35 (che però è stato vessato da soluzioni industriali poco agili).

Il capo di Stato maggiore dell'Usaf, generale David Allvin, getta acqua sul fuoco affermando che l'aeronautica vuole solo assicurarsi di valutare i requisiti del Ngad rispetto ad altri, dato il ritmo della minaccia e la velocità con cui si è evoluta, rispetto alla minaccia immaginata o stimata al momento in cui è stato concepito il nuovo programma da superiorità aerea.

Mentre il futuro del nuovo caccia di sesta generazione Usa continua a essere molto incerto, stanno crescendo i segnali che l'Usaf potrebbe muoversi per integrare o addirittura sostituire i suoi precedenti piani

di acquisizione di tali velivoli con una o più altre piattaforme. La scure del bilancio – aggravata dai costi del nuovo missile balistico – cadrà sul Ngad? Entro la fine di quest'anno avremo la risposta.

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