Mentre in Italia si è scatenata la polemica politica sulla richiesta di informazioni emanata dal Governo a SpaceX, la società di Elon Musk, per la possibile fornitura di servizi satellitari, la Repubblica Popolare Cinese ha lanciato, da ormai quasi un mese, la sua risposta alla costellazione satellitare Starlink del magnate sudafricano: GuoWang.
Il 16 dicembre scorso, infatti, un vettore “Lunga Marcia 5B” decollato dal Wenchang Satellite Launch Center (sull'isola di Hainan) ha posto in orbita il primo gruppo di satelliti per la megacostellazione nazionale cinese che si propone di essere “l'anti Starlink”.
GuoWang mira a fornire una copertura di comunicazioni globali dall'orbita bassa ed è visto come la risposta cinese a questo tipo di servizio inaugurato proprio da SpaceX. Nonostante lo scopo ufficialmente civile della costellazione GuoWang, i risvolti in ambito militare sono evidenti, al pari di Starlink.
Proprio l'uso militare della costellazione satellitare di Elon Musk durante il conflitto ucraino ha forse spinto la Repubblica Popolare ad accelerare con questo progetto: diversi ricercatori cinesi si sono profusi in analisi scientifiche del potenziale utilizzo di questa tecnologia in ambito militare, anche per il contrasto a costellazioni simili. Secondo i ricercatori, i satelliti cinesi potrebbero essere equipaggiati con un non meglio specificato payload per “sorveglianza a lungo termine e a distanza ravvicinata dei satelliti Starlink”.
L'esistenza del progetto GuoWang è nota dal 2020, quando si parlava di circa 13mila satelliti per telecomunicazioni da mettere in orbita entro il 2032. Questo obiettivo ambizioso richiederà un forte aumento del tasso dei lanci spaziali della RPC, per non interrompere gli altri programmi.
Non è la prima megacostellazione cinese a essere stata messa in orbita: nel 2024 il progetto Qianfan/Thousand Sails, ha già visto i suoi primi tre lanci con 54 satelliti complessivamente. Questo particolare progetto mira a costruire una costellazione di 14mila satelliti, con l'obiettivo di averne circa 600 in orbita entro la fine del 2025.
L'approvazione da parte del governo di Pechino di due costellazioni satellitari per comunicazioni in orbita terrestre bassa suggerisce che tali sistemi assumano un alto valore strategico. Oltre a essere un abilitatore per l'economia digitale cinese, fornendo servizi a banda larga in aree remote, GuoWang e Qianfan potrebbero rafforzare il soft power e l'influenza economica della RPC, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Risulta infatti che Qianfan ha già firmato un accordo con il Brasile per fornire servizi dal 2026.
Una rete satellitare controllata a livello nazionale garantisce l'indipendenza strategica della Repubblica Popolare da provider stranieri come Starlink, e i vantaggi dal punto di vista militare sono evidenti: significa avere l'effettiva sicurezza delle comunicazioni non avendo “comprato” da nessuno questa tecnologia.
Avere delle megacostellazioni satellitari significa però saper gestire una space awareness molto rilevante: i satelliti non vanno solo messi in orbita ma vanno costantemente tracciati perché, in caso di malfunzionamento, non rappresentino un pericolo per altri corpi orbitanti e la RPC attualmente non dispone di risorse per il monitoraggio dello spazio di tale livello, sebbene stia cercando di raggiungere una maggiore diffusione a livello planetario dei suoi sistemi di sorveglianza spaziale.
Per capire di cosa stiamo parlando è utile dare qualche dato: attualmente, lo Space Command statunitense monitora circa 47mila oggetti in orbita in tempo reale e li esamina per individuare il rischio di collisioni: se si verifica un incontro ravvicinato tra due
satelliti attivi, lo Space Command informa i rispettivi operatori. Da quello che sappiamo, invece, il comando spaziale cinese riesce a controllare solo 3mila oggetti spaziali in orbita tramite i propri strumenti a terra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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