La Cina può contare su un ramo del suo esercito denominato People’s Liberation Army Rocket Force (Plarf), ovvero la Forza missilistica dell’Esercito popolare di liberazione (Pla). Il suo compito è tanto rilevante quanto strategico: gestire l’arsenale formato da missili balistici terrestri nucleari e convenzionali a disposizione del Dragone. Ebbene, gli analisti ritengono che la Rocket Force di Xi Jinping rappresenti la sfida più grande per gli Stati Uniti. Se non altro a causa dei centinaia di test missilistici eseguiti che hanno consentito a Pechino di rafforzare il proprio apparato militare, nonché di espandere la portata della sua minaccia.
L'unità cinese che preoccupa gli Usa
Il Wall Street Journal ha sottolineato che la Rocket Force ha sviluppato armi in grado di eludere le difese statunitensi e costruito una delle più grandi forze missilistiche del mondo, in preparazione a una possibile invasione di Taiwan o di qualsiasi altro conflitto nell'Indo-Pacifico. Basti pensare che nel 2015 il range massimo dei principali missili della Cina era di 1.243 miglia, e che meno di dieci anni dopo tali capacità erano pressoché raddoppiate fino a raggiungere i 2.485 miglia, mettendo così nel mirino le più importanti basi militari statunitensi in Asia, Guam compresa.
Questa silenziosa espansione è dovuta, appunto, alla Rocket Force che controlla oggi la più grande e vasta forza missilistica del mondo. Sappiamo pochissimo di questa unità, se non che "la forza missilistica è il centro di gravità per l’esercito cinese", come ha detto a Business Insider Tom Shugart, un ex ufficiale della marina Usa. Siamo di fronte al "gioiello della corona" della Cina, soprattutto nel caso in cui dovesse esplodere un conflitto su Taiwan o se dovesse rendersi necessario colpire le forze navali o le basi statunitensi nel Pacifico.
L'intelligence statunitense, ha riportato Bloomberg, ha intanto indicato che il PLA starebbe lottando contro una diffusa corruzione - dalla sua filiale della Rocket Force alla base industriale - e che una situazione del genere avrebbe spinto Xi a lanciare una vasta campagna che avrebbe coinvolto oltre una dozzina di alti funzionari della Difesa in gli ultimi sei mesi.
Missili e corruzione
Nel frattempo il Pentagono ha analizzato gli ultimi sviluppi militari della Cina trovandosi di fronte a sorprese inaspettate. Non solo perché Pechino ha superato le precedenti proiezioni tratteggiate dagli esperti, ma anche perché le ultime proiezioni del dipartimento della Difesa Usa parlano di un raddoppiamento delle testate nucleari del Dragone da qui al 2030. Nello specifico,gli 007 Usa hanno ipotizzato un aumento di 100 testate nucleari rispetto all’anno precedente, per un arsenale formato da oltre 500 ordigni, e una Marina in continua ascesa, con 370 navi e sottomarini in servizio rispetto ai 340 rilevati nell’ultima registrazione.
Dal 2023, tuttavia, i funzionari cinesi della Plarf e quelli con legami con la Rocket Force sono stati oggetto di indagini sulla corruzione e rapidamente rimossi dalle loro posizioni. Un intervento così aggressivo nella decantata unità, ha sottolineato The Diplomat, è una possibile testimonianza dell’insicurezza politica avvertita da Xi, nonostante abbia investito molto nell’espansione di questo ramo dell'esercito dal 2010 in poi.
Le purghe anti corruzione contro il Pla sono iniziate in seguito alle dimissioni programmate dell'ex comandante della Rocket Force Wei Fenghe
dalla sua posizione di ministro della Difesa cinese nel marzo 2023 . Di Wei non si hanno più notizie da quando è stato sostituito da Li Shangfu. Anche quest'ultimo è misteriosamente uscito di scena senza lasciare traccia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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