Taiwan è pronta a rivelare i risultati del suo piano segreto per la costruzione di sottomarini (Indigenous defence submarines). Il primo vascello sarà visibile ad ottobre nella città portuale di Kaohsiung, nel sud dell’isola. Il programma multimiliardario Ids è in lavorazione da sette anni e, supponendo che i primi test vadano come previsto, resta da capire se esso sarà un deterrente efficace contro un’aggressione cinese.
Nonostante le pressioni di Pechino, che ha cercato di impedire agli altri Paesi di rifornire Taiwan del materiale necessario, i piani ambiziosi dello Stato insulare prevedono la costruzione di otto sommergibili con motori diesel-elettrici, equipaggiati con i siluri MK48 fabbricati dall’americana Lockheed-Martin, capaci di colpire bersagli in superficie e sotto il livello dell’acqua. Secondo i dati ufficiali, il costo di ciascuna unità si aggira attorno a 1,54 miliardi di dollari.
“Perché abbiamo bisogno di questi sottomarini? L'obiettivo è contrastare gli sforzi della Cina di accerchiare Taiwan per un'invasione o un blocco”, spiega a Nikkei News l’ammiraglio Huang Shu-kuang, coordinatore della National submarine task force. “Le forze armate cinesi vogliono isolare Taiwan in caso di attacco. I sottomarini possono impedirlo o almeno dare spazio o tempo a un intervento di Usa, Giappone e altri”.
L’idea di una flotta sottomarina nazionale risale agli anni ’90. Discussa per la prima volta dall’allora presidente Lee Teng-hui, è stata rafforzata dai leader successivi e ha subito un’accelerazione con l’ascesa al potere di Xi Jinping in Cina nel 2013. Da allora, infatti, la Repubblica popolare ha adottato una postura sempre più aggressiva nei confronti dell’isola, che Pechino vede come una provincia ribelle e parte inalienabile del suo territorio nazionale. Un esempio di questa strategia è il recente ciclo di manovre aeronavali attorno a Taiwan effettuate dell’esercito popolare di liberazione, con la mobilitazione di 103 velivoli e 20 vascelli da guerra. Questa situazione delicata spiega l’urgenza della presidente Tsai Ing-wen nello svelare i risultati del programma. Potrebbe anche essere una mossa per cristallizzare il suo ricordo come “pragmatico difensore” di Taiwan prima della fine del suo mandato, prevista per maggio 2024.
“Il programma dei sottomarini è un passo molto significativo. È il segno di un impegno a lungo termine per piantare i semi di una capacità cruciale di deterrenza convenzionale”, commenta Nikkei News Alessio Patalano, professore di guerra e strategia in Asia Orientale presso il King’s College di Londra. “La forza sottomarina è il fulcro del tipo di deterrenza che Taiwan desidera possedere: spingere le proprie capacità di attacco lontano dalle coste, nascoste sotto le onde, costringendo qualsiasi avversario a investire tempo e risorse per dar loro la caccia”.
Di parere opposto è Ivan Kanapathy, ex direttore per la sezione Cina, Taiwan e Mongolia del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca: “Purtroppo, la piattaforma Ids sembra essere un’imbarcazione priva di air-independent propulsion. In un conflitto, sarà superata dalle capacità anti-sommergibile delle navi dell’esercito cinese”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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