Lo scorso 24 settembre la Cina testava, per la prima volta dal 1980, un missile balistico intercontinentale (Icbm) nell’Oceano Pacifico. Il ministero della Difesa di Pechino, senza aggiungere troppi dettagli, spiegava che il vettore era caduto "nell’area di mare prevista", che il lancio di prova era di routine e che rientrava nelle attività di addestramento annuali. A distanza di settimane permangono ancora numerose zone d’ombra sul test, sulla tipologia di missile lanciato (questo aspetto sarebbe poi stato, almeno in parte, chiarito), sugli obiettivi, sul sito dello stesso lancio. Dubbi e incognite che una lunga analisi della Federation of American Scientists ha provato a chiarire nel miglior modo possibile.
Cosa sappiamo del test di Pechino
Innanzitutto la Cina ha lanciato il suo Icbm dall'isola di Hainan, una posizione insolita per questo tipo di missile. Inoltre il veicolo di rientro ha impattato nel Pacifico meridionale, a una distanza stimata di 11.700 chilometri. Come detto, è stata la prima volta che Pechino ha "preso di mira" il Pacifico in un test dal 1980, quando in quell’anno testò un DF-5 presso il Jiuquan Satellite Launch Center.
La prima immagine dell’operazione, pubblicata dalle agenzie di stampa il 25 settembre, mostrava un presunto missile DF-31AG, una versione modernizzata del primo missile balistico intercontinentale cinese a combustibile solido su strada, il DF-31, che ha debuttato nel 2006. Dal 2007, la Cina ha integrato e ora ha completamente sostituito le versioni iniziali del DF-31 con il DF-31A a lungo raggio.
Il lanciatore DF-31A aveva una manovrabilità limitata, quindi nel 2017, la Cina ha mostrato per la prima volta il lanciatore DF-31AG migliorato. Il DF-31AG utilizza un metodo di lancio a freddo. Significa che il missile viene espulso dal contenitore usando gas compresso o vapore prima che il motore del primo stadio si accenda. Significa anche che è più difficile geolocalizzare il sito del lancio perché è improbabile che ci siano segni di bruciatura, gli stessi che normalmente rimarrebbero visibili sul terreno dopo il lancio a caldo di un missile.
Il missile del Dragone
Il dispiegamento più vicino di missili DF-31AG si trova presso la 632a Brigata situata a Shaoyang nella Cina continentale, a circa 800 chilometri di distanza da Hainan. Non c'è conferma che il missile provenga da questa particolare brigata, ma la distanza fornisce una certa prospettiva sul processo e sulla quantità di tempo necessaria per portare un DF-31AG sull'isola. Per trasportarlo qui potrebbe essere stato posizionato su un vagone ferroviario e stanziato in un porto come il molo di Beigang della ferrovia di Yuehai, prima di essere caricato su una nave e trasferito al porto di Haikou. Da lì, il missile è stato probabilmente guidato, insieme ai veicoli di supporto di accompagnamento, in un'area riparata e protetta vicino al luogo di lancio finale.
Secondo numerosi analisti, l'area generale in cui è probabile che si sia verificato il lancio è Wenchang. Dovrebbe trattarsi di una nuova zona di addestramento militare che potrebbe essere utilizzata anche in futuro per ulteriori test o prove di vario genere. Ma perché la Cina ha scelto di lanciare un Icbm da Hainan, in un luogo cioè così complicato dal punto di vista logistico?
Avendo condotto il lancio come parte di un’esercitazione militare – e non di un programma di sviluppo tecnologico – è lecito supporre che Pechino intenda trasmettere abilità militare e prontezza al combattimento ai suoi rivali.
Come se non bastasse, condurre un test del genere sull'oceano riflette anche probabilmente l'ambizione cinese di consolidare il suo status internazionale di grande potenza nucleare. Del resto anche gli Stati Uniti testano regolarmente i loro missili balistici intercontinentali in mare aperto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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