La Cina lancia il primo missile balistico in 44 anni: forze di Taiwan in allerta

La Cina ha reso noto di aver lanciato con successo un missile balistico intercontinentale (Icbm) con una testata fittizia nell'Oceano Pacifico. Il Giappone: "Pechino non ci ha informati". Nuova Zelanda: "Test preoccupante"

La Cina lancia il primo missile balistico in 44 anni: forze di Taiwan in allerta
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La Cina ha testato un missile balistico intercontinentale (Icbm) con una testata fittizia nell'Oceano Pacifico. Il ministero della Difesa di Pechino ha riferito che il vettore è stato lanciato ieri, 24 settembre, alle 08:44 ora locale, e che è "caduto nell'area di mare prevista". Il lancio di prova era "di routine" e rientrava nelle sue attività "di addestramento annuale", ha aggiunto il dicastero, anche se secondo gli esperti questa sarebbe la prima volta dal 1980 che il gigante asiatico ha lanciato un missile balistico intercontinentale in acque internazionali. Sul tipo di missile e la sua traiettoria di volo non sono state fornite altre informazioni, ma i media statali cinesi hanno dichiarato che Pechino ha "informato in anticipo i Paesi interessati".

Il test missilistico della Cina

"Si tratta di un evento estremamente insolito e probabilmente è la prima volta in decenni che assistiamo a un test di questo tipo. (Il test) è probabilmente un esempio della modernizzazione nucleare in corso in Cina", ha spiegato al Guardian Ankit Panda, Senior Fellow presso il Carnegie Endowment for International Peace. La Cina, spesso criticata dagli Stati Uniti per l'opacità del suo sviluppo nucleare, ha interrotto a luglio i colloqui con Washington su questo tema a causa delle vendite di armi statunitensi a Taiwan.

In ogni caso, Pechino - che afferma di aderire alla politica del “no first use” - secondo una stima effettuata dal Pentagono avrebbe più di 500 testate nucleari operative, di cui 350 costituite da missili balistici intercontinentali. Entro il 2030, il numero delle testate in dotazione al Paese asiatico dovrebbe superare le mille. Ricordiamo che, attualmente, le testate operative detenute da Stati Uniti e Russia ammontano rispettivamente a 1.770 e 1.710.

Le preoccupazioni di Nuova Zelanda e Giappone

Certo è che la mossa del Dragone ha scatenato qualche reazione da parte di alcuni governi dell'Indo-Pacifico. Per la Nuova Zelanda, per esempio, il test missilistico effettuato dalla Cina è "uno sviluppo sgradito e preoccupante". Wellington che ha promesso di consultarsi ulteriormente con gli alleati del Pacifico man mano che i dettagli diventeranno chiari, è stato chiaro: "I leader del Pacifico hanno chiaramente espresso la loro aspettativa che abbiamo una regione pacifica, stabile, prospera e sicura". "Continuiamo a raccogliere informazioni", ha detto Winston Peters, un portavoce del ministro degli Esteri.

Il governo del Giappone ha invece espresso "profonda preoccupazione" per il lancio del Icbm cinese "senza aver dato alcun preavviso". L'ultima volta che la Cina ha effettuato un test del genere era il maggio 1980 e l'Icbm ha volato per 9.070 chilometri prima di finire nel Pacifico. Quel test aveva coinvolto 18 navi militari cinesi ed è ancora considerato una delle più grandi missioni navali della Cina. Il capo di gabinetto giapponese Yoshimasa Hayashi in conferenza stampa ha detto che il test rappresenta "motivo di seria preoccupazione anche per la comunità internazionale". "Continueremo a raccogliere e analizzare informazioni sui movimenti dell'esercito cinese e prenderemo tutte le precauzioni possibili nella nostra vigilanza e monitoraggio", ha affermato il ministero della Difesa giapponese, secondo quanto riportato dall'emittente Nhk. Il missile non ha causato danni alle navi giapponesi, ha aggiunto il ministero.

Il monitoraggio di Taiwan

Le forze armate di Taiwan, intanto, "seguono da vicino" i movimenti dell'esercito cinese. In un comunicato, il ministero della Difesa dell'isola ha indicato che dalle 07:10 ora locale di mercoledì (23:10 GMT di mercoledì), sono stati rilevati successivamente 23 aerei da combattimento e droni dell'Esercito popolare di liberazione (PLA), compresi i caccia J-16 e velivoli KJ-500, "che svolgono attività in mare".

Un totale di ventidue di questi aerei hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan, un confine non ufficiale rispettato da decenni da Taipei e Pechino, ed sono entrati nella regione sud-occidentale e orientale dell'autoproclamata Zona di Identificazione della Difesa Aerea (ADIZ). ) taiwanesi per "effettuare voli a lunga distanza sull'oceano".

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