La discarica sul Roja avvelena i rapporti con la Francia

«Con la discarica sul Roja la Francia sta commettendo una violazione inetrnazionale». Lo dice Marco Mazzola,sindaco di Olivetta San Michele, il comune della val Roja al confine con Breil, la località francese dove dovrebbe sorgere un centro di raccolta e smaltimento rifiuti. Ecco i numero: 50mila tonnellate annue di rifiuti, su una superficie di 51 ettari, per una durata di 30 anni. Il progetto è stato presentato dalla società Sita Sud del gruppo Suez, ma ha subito trovato una decisa opposizione dalle comunità locali e dalle istituzioni italiane indipendentemente dal colore politico. L'area in questione sorge su un territorio francese, in località Piènne Haute e servirebbe a smaltire i rifiuti provenienti dall'area orientale del Dipartimento delle Alpi Marittime. La protesta dei cittadini, organizzata da un comitato italo-francese, si svolgerà con la distribuzione di volantini lungo la statale 20 del Col di Tenda e sui treni della Ventimiglia Cuneo. La decisione è stata presa ieri al termine di una riunione del comitato, a Ventimiglia.
Il sito scelto per questa discarica, a poca distanza dal Parco Nazionale del Mercantour, si colloca infatti a meno di 2 Km dal fiume Roja e ad 1,5 Km dal torrente Bevera. A soli 125 metri di distanza scorre poi un ruscello chiamato Ruisseau de Scuisse che defluisce nel Bevera e poi nel Roja. A valle della confluenza del Bevera nel Roja sono situati i tre pozzi di emungimento dell'acquedotto dell'Amaie, utilizzati per l'approvvigionamento idropotabile di molti comuni dell'estremo ponente ligure, da Andora a Ventimiglia, e il rifornimento degli insediamenti costieri della vicina Costa Azzurra, fornendo così di acqua potabile centinaia di migliaia di persone. Uno scenario ritenuto inaccettabile dal comitato italo-francese per la difesa delle acque del fiume Roja che si è costituito in questi giorni a Ventimiglia. «La pericolosità per un potenziale inquinamento è evidente - dicono dal comitato - la superficie in questione si trova inoltre in una zona soggetta a rischio sismico e la località è stata proposta come sito di particolare interesse comunitario».
Anche lo stesso presidente dell'Amaie, Leo Pippione, ha chiesto l'intervento degli enti preposti, dalla Regione Liguria all'Asl verso le autorità francesi, per acquisire più precise informazioni sul progetto. Indifferenti al problema sembrano essere i francesi che hanno il proprio acquedotto a pochi km di distanza ma a monte, quindi in una zona fuori rischio. Il problema è stato posto in consiglio regionale con un'interrogazione urgente presentata da Alessio Saso di An«Questa discarica significherebbe l'inquinamento dell'aria e delle sorgenti - ha dichiarato Saso - oltre che un impatto visivo e sonoro insopportabile con conseguenze disastrose». Un intervento deciso, nei confronti della Francia, è stato chiesto anche al Governo.

«È indispensabile prendere immediati contatti con le autorità francesi - ha detto l'onorevole Vittorio Adolfo - per rivalutare la realizzazione di questo centro di raccolta e smaltimento rifiuti, che contrasta con il contesto geologico, idrogeologico, ambientale dell'area e rischia di produrre gravissime conseguenze per tutto il territorio».

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