«Sono convinto che le battaglie civili vadano affrontante avendo il coraggio di prendere provvedimenti decisi e concreti. Quello contro il fumo all'aperto è un provvedimento che sembra richiamare, per impostazione, quello della chiusura delle porte dei negozi, una battaglia ideologica superata dall'evidenza dei dati». Per il segretario generale di Confcommercio Milano, Marco Barbieri il divieto di fumo anche all'aperto, anche nei dehors che scatta dal primo gennaio pin città non è un provvedimento serio. E infatti ride: «Prima sembrava che il problema dell'inquinamento fossero le porte dei negozi aperte. Ora è la stessa cosa. Sembra che il problema della salute pubblica o dello smog siano le sigarette. Ma poniamo che contribuiscano come dicono per il 7 per cento... che poi vorrei capire quali sono le basi scientifiche. E poniamo che il 20% sia responsabilità del traffico... e quindi blocchiamo le auto. Bene, il restante 70 per cento su cui non si interviene cos'è?». Ride, ma è una risata amara, «perché invece - rincara - se si vuole intervenire davvero su un problema che invece è molto serio e cioè quello della salute pubblica non lo si fa limitando la distanza a otto o dieci metri ma considerare l'importanza di un approccio educativo, coinvolgendo medici, esperti, anche influencer seguiti da ragazze e ragazzi. Magari trovando qualche voce di bilancio nelle entrate dei monopoli statali. E andare nelle scuole, a cominciare dalle medie perché è lì che iniziano a fumare, per dire che il fumo fa male alla salute, sia a 10 che a due metri. E su questo sì che ci sono le prove scientifiche. Altrimenti così sembra un provvedimento fine a stesso tanto per conquistare il titolo del giornale per un giorno e nient'altro. Non serve a nulla e non ha un obiettivo». Anzi. «Introdurre ulteriori restrizioni ai fini pratici, hanno solo ripercussioni economiche negative sui pubblici esercizi e nessun effetto sui fumatori». Che poi sarebbe anche da precisare, secondo Barbieri, se i dehors possano essere considerati un «luogo pubblico», visto che «un privato paga un canone per uno spazio che gli viene dato in concessione dal pubblico... ma lasciamo stare questo aspetto squisitamente giuridico, il divieto crea l'ennesimo limite e fastidio al povero titolare di esercizio dove dovrà andare dagli avventori per paura che arrivi qualcuno a fare la multa». Anche se «sarà interessante osservare come verranno gestiti in futuro in occasione di eventi pubblici, assicurandosi che eventuali normative vengano applicate in modo coerente».
Riguardo a eventuali messaggi istituzionali, «sarebbe un gesto significativo se figure pubbliche, come assessori comunali o altre istituzioni, potessero offrire un esempio diretto impegnandosi a smettere di fumare e condividendo il percorso con i cittadini, sottolineando che la salute personale e pubblica va ben oltre la distanza prescritta dalla legge, sia essa di 8.5 metri o 10.5 metri».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.