Il dolce sorriso della Dalida carioca

Francesca Scapinelli

Una risata che viene dal cuore, la sua, proprio come le canzoni, che non canta se non le fanno venire i brividi. Fafá de Belém, in un certo senso la Dalida del Brasile per la passione che la anima, prosperosa nel fisico quanto esuberante nel carattere, è a Roma per la sua prima tournée italiana. Dopo che a Napoli e a Firenze, accompagnata da sette strumentisti, il 10 luglio terrà un concerto al Parco della Musica. Sarà un viaggio attraverso 32 anni di carriera e i successi raccolti nell’album Tanto Mar, inciso insieme con Chico Buarque e a lui dedicato oltre che al grande Vinicio de Moraes. Brani quali Tortura de amor, Seduçao, Vermelho o il celebre Hino nacional, l’inno brasiliano che ha inciso e lei sola è tenuta ad eseguire, inframezzati a canzoni meno celebri ma altrettanto preziose. Un tour cui seguiranno presto altri concerti, promette l’artista, e di cui farà parte un omaggio a Sergio Endrigo, con cui ha registrato Samba in preludio. «L’ho conosciuto in Brasile alla fine degli anni Settanta, tramite Roberto Santana e l’impresario Franco Fontana - racconta -. Endrigo era uno dei miei idoli in gioventù, da noi spopolava assieme a Modugno, Peppino Di Capri, Mina, Rita Pavone, Ornella Vanoni come, oggi, Ramazzotti e la Pausini». Sarà riproposta al pubblico italiano anche la toccante Ave Maria eseguita davanti a Giovanni Paolo II nel 1997 a Rio.
Fafá, classe 1956 ma energia da ventenne, definisce il popolo brasiliano «amoroso» e vicino per temperamento all’italiano. Con entusiasmo, infatti, ripercorre gli esordi: «Mi hanno spinto a cantare non le luci del palco ma le canzoni, attraverso le quali ho potuto dire cose che, altrimenti, non avrei mai affrontato». Di Fafá va ricordato, in particolare, l’impegno politico per la democratizzazione del Paese. «Vermelho - spiega - è diventato un inno per la libertà, presto abbracciato dalla sinistra brasiliana ma anche dal mondo del calcio e da squadre tra cui il portoghese Benefica. La sua storia, però, nasce dall'incontro con due specie di gruppi di samba, avvenuto nel ’96 in Amazzonia, alla festa che da un secolo si tiene ogni anno nell’isola di Parintins. Dopo 32 ore di viaggio per mare, ascoltando quella musica ho sentito un’emozione e un coinvolgimento incontrollabili e ne è nata Vermelho, cioè “rosso”, qualcosa di legato alla terra. La canzone, poi, ha acquistato vita propria ed è uscita dal Brasile». Lei, che oggi ama ascoltare Ana Carolina e Diane Krall, ci tiene a distinguere tra ritmo africano e ritmo indio: quasi viscerale il secondo, suono che arriva dal profondo. La modernità ma anche l’attaccamento alla tradizione indigena e all’espressività caraibico-amazzonica, appunto, sono i due binari percorsi dalla voce scoperta da Roberto Santana e Caetano Veloso e diventata interprete dei massimi autori brasiliani.


L’uscita di Coraçao, cd live dei concerti, è prevista per ottobre.
Auditorium Parco della Musica, viale Pietro de Coubertin, ore 21. Biglietto cavea inferiore 60 euro, cavea superiore 40 euro. Informazioni: 06.80241281.

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