La dura vita del Custode che tiene lontani gli Altri

Da vent'anni, in assoluta solitudine, un uomo lavora alla disinfestazione delle Catacombe. Che una volta venivano chiamate "rete fognaria"

La dura vita del Custode che tiene lontani gli Altri

Ancora, dopo così tanto tempo, quando la notte torno a casa chiudo la porta a chiave. È la forza dell'abitudine. Entro, butto a terra lo zaino con dentro la fionda, la canna a scomparsa, i petardi di segnalazione (segnalazione a chi, eventualmente? da un pezzo me lo chiedo), il coltello a serramanico, il fucile, le gallette, la borraccia, le bombole del liquido antibiotico Z1, la maschera a gas, e chiudo la porta a chiave. Con due chiavi, fra l'altro, perché doppia è la serratura.

Quanti anni sono passati, dall'ultima volta che avevo un motivo valido, per chiudere la porta a chiave, essendo ancora uno di Loro? Una ventina, forse. Adesso che ci penso, proprio venti, magari venti giusto oggi. In questo caso dovrei festeggiare. Festeggiare che cosa, tutto sommato? Il fatto di esser qui da solo da vent'anni? Non mi sembrerebbe il caso, non ho nulla da festeggiare, anche perché ho ancora un mucchio di lavoro da fare prima che mi chiamino da Lassù.

Comunque, chiudo la porta a chiave, mi tolgo gli stivali, il casco, la muta, e mi faccio la doccia sotto la mia Nuvola. La chiamo così, Nuvola, perché anche il mio linguaggio mentale è cambiato, poco per volta, da quando sono rimasto solo. Parlo e penso un po' come i nativi americani, almeno secondo la vulgata dei fumetti di Zagor che però non mi sono mai piaciuti, nemmeno quando ero un ragazzino fra Loro. La Nuvola è l'acqua della doccia. Doccia che faccio ancora nel box doccia (altro patetico, tenue legame con l'abitudine, se volete), sotto l'Accadueo piovana raccolta nella Nuvola: tre stomaci di orso che mi ha gentilmente lasciato un mio amico prima di partire per Lassù. Sfilo le guaine di cuoio e l'Accadueo viene giù bella fresca dai buchetti.

Ogni notte, quando arrivo a casa, sono esausto, uno straccio. Non sono pochi tre chilometri di Catacombe da bonificare ogni giorno per renderli invisibili agli Altri. Oggi, per esempio, ho lavorato fra la Crocetta, via Santa Sofia, corso Italia e piazza Missori, quindi domani sarò in pienissimo centro, fin sotto il Duomo, nelle Catacombe sotto le Catacombe, e non sarà una bella sensazione.

È vero, devo soltanto spruzzare il liquido antibiotico su quanto di organico è rimasto laggiù: resti di cibo, cadaveri che non ne vogliono sapere di decomporsi per bene, indumenti in pelle... Ma fateveli voi, tre chilometri al giorno di Catacombe in mezzo ai topi, agli scarafaggi e ai pipistrelli. Anche se quelle bestiacce non perdo tempo a bonificarle, tanto gli Altri sono in grado di riconoscerle e di fregarsene, con i loro rivelatori cui non sfugge nulla (per rendervi l'idea, fermo restando che quando sono là sotto devo tenere sempre la maschera antigas che mi aiuta contro l'odore e che soprattutto mi «nasconde» il respiro, non posso nemmeno farmi scappare un venticello proveniente da altrove: mi beccherebbero subito, anche quella è roba organica).

Dopo la doccia, ceno. Sempre frutta e verdura, ovviamente, ma non ho scelto io di diventare vegetariano, e non sapete che cosa darei per una bella bistecca, o addirittura un sontuoso bollito misto alla piemontese... Poi vado a letto, accendo il Cero della Notte e mi metto a leggere. Come facevo quando ero uno di Loro, soltanto che prima c'era l'energia elettrica.

I libri li prendo, in prestito perpetuo, dalla Biblioteca Sormani. In bicicletta, da casa mia ci metto dieci minuti ad arrivarci. Non trovo mai traffico eh! eh! eh!

Oh scusate, non ve l'ho ancora detto che sono l'unico abitante di Milano, per questo non trovo mai traffico. Quando mi hanno affidato l'incarico m'hanno detto: «Te la senti di stare da solo? O preferisci avere qualcuno che ti dia una mano?». E io ho risposto subito, senza pensarci un minuto: «No, no, va benissimo da solo. Soltanto che ci metterò un po' di più...». E lui, il Capo Divisione per il Nord Italia: «Come vuoi, non abbiamo mica fretta. Tanto quelli Lassù lo sai a quali ritmi lavorano...».

Essere l'unico abitante di Milano, con il ruolo di Pulitore, da un lato è negativo, perché significa sobbarcarsi tutto il lavoro di bonifica delle Catacombe (lavoro che infatti dopo vent'anni, come dicevo prima, non ho ancora portato a termine, me ne serviranno grosso modo altri venti), ma dall'altro è una goduria: nessun rompicoglioni intorno, niente Scimmie urlatrici, Iene ridens, Cornacchie, Pappagalli, Cani bastardi. Niente di niente. Sono il padrone della città, anzi, il suo Custode, come dice il mio badge: «Custode in Milano». Una bella responsabilità, ma anche un bel sollievo, se capite che cosa intendo.

Dicevo, alla Sormani come ovunque (negozi, campi di calcio, chiese, concessionari, moschee, supermercati, uffici - ho trovato certe cosine, nelle scrivanie di qualche ufficio che se un giorno le mostrassi al Capo Divisione, al quale sto simpatico, ci sarebbe da divertirsi -, redazioni di giornali - idem come sopra -, opifici di Formiche a due zampe, etc) faccio letteralmente i miei porci comodi. Me lo merito, visto che lavoro 10 ore al giorno tutti i giorni.

Scendo nei depositi che la direzione della biblioteca, bontà sua, ha provveduto a bonificare prima dell'Esodo verso Lassù, gironzolo fra gli scaffali e mi servo a piacimento. È meraviglioso poter prendere tutto ciò che voglio senza esibire la tessera e compilare la scheda al servizio prestiti, come facevo una volta. L'unica fregatura è che non posso più contare sull'archivio informatico che, come tutto ciò che funzionava in Rete, non funziona più. Ogni tanto faccio una puntatina in emeroteca, e sfoglio i vecchi giornali.

*** *** ***

Sentite che cosa dice questa vecchia breve notizia di cronaca che mi è capitata oggi sotto gli occhi in emeroteca:

«Da domani i milanesi noteranno, in prossimità dei tombini, alcuni misteriosi segni colorati. Di che cosa si tratta? Nessun mistero, in realtà: le tracce di vernice indicano semplicemente, per gli addetti ai lavori, le sostanze impiegate nella bonifica anti-zanzare. Gli operatori di una ditta specializzata in questo tipo di interventi sono stati incaricati dal Comune di sterminare le larve dei fastidiosi insetti. Quelle macchie azzurre, rosse, bianche e verdi segnalano semplicemente a che punto è il trattamento all'interno della rete fognaria. Trattamento che, assicurano i tecnici, è assolutamente innocuo per le persone».

Certo che ne ha di fantasia quello che

s'è inventato una storiella simile per giustificare il censimento delle Catacombe...

Questo racconto, cui sono state apportate lievi modifiche, comparve dieci anni fa sulla rivista Style che allora era allegata al Giornale.

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