Mi dicono che nei talk-show di questi giorni si gioca a fare gli Amleto e ci si interroga sulle responsabilità. A Rai1 chiedono a Bonelli, il presidente dei Verdi, di chi è la colpa. Rai2 lo chiede ai mammasantissima di Legambiente, e Rai3 a Mario Tozzi. Nessuno lo chiede a Di Pietro, il quale in questi giorni evita, a ragione, anche di farsi vedere. Mi stupisce la smodata importanza concessa a questi Verdi. Chi sono costoro? Che ci azzeccano? Gli italiani li hanno cacciati dal parlamento nazionale, né li hanno fatti entrare in quello europeo. Non rappresentano nessuno. La concessione che loro si fa è coerente solo con lo stato in cui versa, oggi, il nostro Paese, ove il presidente della Repubblica, con un colpo di mano, ha abolito il valore legale del voto. Nulla di personale verso Monti, nella cui squadra ci sono anche competentissimi elementi (penso, ad esempio, al vice-ministro Vittorio Grilli), ma è un fatto che nessuno ha votato Monti. Eppure egli è lì. Allo stesso modo, gli italiani l’hanno espressamente dichiarato: non vogliono essere rappresentati dai Verdi, neanche uno. Eppure costoro sono lì, a strologare. Come strologa Tozzi, consulente scientifico di Legambiente, il quale sfidando il ridicolo continua a ripetere che il pianeta è troppo caldo. In nome di questa colossale panzana - e qui viene anche Di Pietro - tutti costoro ci spiegano da anni che carbone, gas e petrolio sono il male. Ho avuto l’occasione più di una volta, oltre che significare loro sia la panzana sia l’inconsistenza della conseguente deduzione, di suggerire timidamente l’uso del nucleare, perché, osservavo, uno dei grandi doveri che avremmo nei confronti dei nostri figli è garantire loro la sicurezza di approvvigionamento energetico. Che si ha solo da carbone, gas, petrolio o nucleare. Mal me ne colse a parlare: avessero potuto menarmi non avrebbero esitato a farlo.
La soluzione, strillavano tutti concordi, è il fotovoltaico (FV). E infatti è grazie a una legge voluta dal governo Prodi, quello con Di Pietro e presidente dei Verdi ministri, tutti noi utenti elettrici stiamo pagando €70 miliardi per gli impianti fotovoltaici installati negli ultimi 3 anni. Altre installazioni sono previste dal governo dei tecnici. Il che mi stupisce perché la questione è proprio, e solo, tecnica: il fotovoltaico è inutile alla produzione elettrica. Totalmente inutile, per dirla con tutta franchezza. La metà più una manciata degli italiani ha legittimamente deciso di fidarsi di Di Pietro e delle sirene Verdi.
Legittimamente, ma improvvidamente. I Di Pietro e i Tozzi, che hanno indotto tutti noi a preferire di spendere €70 miliardi per impianti FV anziché €4 miliardi per un reattore nucleare, dovrebbero ora andare a spiegare a quelle decine di migliaia di poveretti di cui la cronaca ci ha informati, che, come non è vero che fa freddo e che è il caldo la nostra vera emergenza, non è neanche vero che essi sono rimasti senza corrente elettrica, giacché abbiamo installato 12 gigawatt di impianti FV. Illuminatevi e scaldatevi col fotovoltaico, direbbe Di Pietro. E lo direi anche io, se non sapessi che tra quelle decine di migliaia quasi la metà aveva capito. Naturalmente la democrazia non si fa coi quasi (il che però mi lascia perplesso: che ci fa allora Monti al governo?).
Da fedeli soldati, proviamo a ripetere, in ordine alla produzione elettrica, le cose da fare e quelle da non fare. Deciso no al fotovoltaico e deciso no all’eolico: gli impianti esistenti andrebbero smantellati, ché sono inutili, dannosi e costosi. No al petrolio, che non va bruciato per produrre elettricità. E no, deciso no, ai rigassificatori. Sì al nucleare, che va riavviato. Sì al carbone, il cui uso va incrementato. Ni al gas: urgerebbe ridurne l’uso. Una cosa sul gas andrebbe però fatta, e con ragionevole celerità.
Vi sarebbe la possibilità, grazie a una rara e felice circostanza geologica, di realizzare nel Modenese un deposito naturale che aumenterebbe del 50% la capacità delle nostre riserve strategiche: andrebbe realizzato senza indugi. Ultimo, ma non da meno: cerchiamo di tenere il più possibile lontano dal parlamento i Verdi, i Di Pietro, i mammasantissima di Legambiente. Tutti quelli che ci hanno menati per il naso, insomma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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