E Angelino lancia la scuola digitale: «Ora il partito 2.0»

E Angelino lancia la scuola digitale: «Ora il partito 2.0»

Benvenuti nel Pdl 2.0, quello che manda i suoi dirigenti a scuola di Internet, digitale, social network e diavolerie varie dell’era in cui se non sai usare le nuove tecnologie sei out. Se l’è inventata Angelino Alfano il segretario, che a 42 anni corre sul filo di quell’età in cui già si fatica a stare al passo della Rete, che è un passo velocissimo visto che cammina in tempo reale, con lo svantaggio grave che appena hai capito come funziona Facebook, già sei «antico» perché intanto il resto mondo si è già spostato su Twitter.
E così, chissà se consapevolmente, Angelino si candida a passare alla storia prima che per essere alla guida di un partito nell’epoca in cui i partiti sono resi inutili dai tecnici, per aver avviato una scuola di formazione politica, appunto, digitale. La questione non è di poco conto, visti i precedenti. In principio furono le scuole politiche sul modello, per intenderci, della più famosa, quella delle Frattocchie, il sacro luogo in cui il vecchio Pci formava i suoi dirigenti: impermeabili grigi e visi tetri di studio e disciplina, inarrivabili tomi come il Capitale di Marx, pezzi di storia come i Quaderni di Gramsci, saggi dai titoli tenebrosi e sofferti verbali di assemblee.
Poi venne Silvio Berlusconi e tutto cambiò. Il partito azienda non aveva bisogno di scuole perché i suoi dirigenti guai a loro se erano politicanti di mestiere e non professionisti sul modello del capo, l’imprenditore, il self made man che il primo comizio non lo fece in piazza, ma all’ora di cena direttamente in casa degli italiani, con un videomessaggio tv. In verità, già da parecchio a scuola non ci andava più nessuno, ché la fine dei vecchi partiti aveva già fatto suonare la campanella sulle lezioni. Il Cavaliere però impresse la svolta, amata e odiata a seconda delle barricate: fine del politichese, inizio delle trasmissioni. Ai suoi spiegava come stare in tv, parlate in modo chiaro, non siate lenti ma ritmati, e per favore curate il look, non ci si presenta a casa degli italiani con la barba lunga e l’abito triste.
Ora che i nati nel ’94, anno della discesa in campo del Grande Comunicatore, vanno per la prima volta al voto, l’evoluzione non può che esser questa. «Saremo un partito 2.0, per viaggiare alla velocità della Rete - ha spiegato Alfano - Faremo eventi formativi, iniziative sul territorio perché se oggi non si attaccano più manifesti, si può attaccare un post». L’ha chiamata Political Digital Academy, e se non sapete l’inglese studiatelo, anzi, «sapevatelo» come si dice su Twitter, vi servirà. Dice Alfano che il Pdl punterà molto sulla Rete per la campagna elettorale delle Amministrative, aggiunge che si parte oggi, anzi ieri.

Alla PdA potranno partecipare eletti, militanti e simpatizzanti, naturalmente online, e col contributo di pesi massimi come Google e Microsoft. Quanto ai parlamentari, ognuno avrà un referente Internet. Armato di iPhone e di molta pazienza.

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