E la Chiesa mette nell’angolo la Margherita

Monsignor Fisichella parla al convegno dei medici cattolici: «L’appartenenza ecclesiale viene prima di quella politica»

da Roma

Sui principi etici non ci sono compromessi possibili e la fede viene prima della politica. La Chiesa pungola ancora una volta la coscienza dei cattolici impegnati in politica. Un ambito dove è sempre necessario mediare ma, ammonisce monsignor Rino Fisichella, «non si può invocare la mediazione di principi etici». Ancora più chiaro l’affondo del cardinale Dionigi Tettamanzi che invita i politici «ad avere coraggio» nella difesa della sacralità della vita. Il sì di Strasburgo alla sperimentazione sugli embrioni è considerato inaccettabile dalle gerarchie vaticane ma anche dai medici cattolici che hanno deciso di scendere in campo «in difesa del diritto alla vita».
Proprio il convegno dei medici cattolici (Amci) ha offerto ancora una volta l’occasione per ribadire la ferma posizione del Vaticano contrario alla ricerca sugli embrioni. Al convegno infatti sono intervenuti sia monsignor Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, sia l’arcivescovo di Milano Tettamanzi. Ad ascoltarli insieme alle associazioni impegnate nella difesa della legge 40 sulla fecondazione assistita (il comitato Scienza e Vita e il Movimento per la Vita di Carlo Casini) c’era infatti anche la senatrice della Margherita, Paola Binetti già contestata duramente un paio di giorni fa proprio dai movimenti cattolici fa per non aver sostenuto la mozione del centrodestra che chiedeva di bloccare i finanziamenti europei alla ricerca sugli embrioni.
E così gli interventi di Fisichella e Tettamanzi sono sembrati rivolti proprio a lei e agli altri suoi colleghi della Margherita. «La libertà politica per i cattolici non può fondarsi su una libertà relativistica, come se tutte le opinioni fossero uguali - dice monsignor Fisichella -. Per questo prima di qualsiasi forma di appartenenza politica, deve essere riconosciuta l'appartenenza ecclesiale. Non è pensabile una divisione tra cattolici, mentre è auspicabile la loro adesione massima». Dunque se «la mediazione è sempre benvenuta in politica» non si può invece invocare «per i principi etici» perchè «la sacralità della vita e la sua intangibilità vanno ribadite con forza a tutti i livelli».
Tettamanzi chiede invece ai politici «coraggio sui valori». L’arcivescovo difende il difficile impegno di chi fa politica. «Bisogna volere molto bene ai politici, un bene più grande di quello che abitualmente abbiamo verso di loro: devono infatti avere un grandissimo coraggio, che per la verità è di pochi e per questo vanno capiti, aiutati e sostenuti» dice Tettamanzi. Uno dei primi elementi richiesti ai politici, ha spiegato l'arcivescovo, è la capacità di individuare i valori: «Chi è impegnato in politica - sottolinea - è il primo che deve andare alla ricerca degli autentici valori che diano vita al bene comune».
Quello della bioetica è un percorso difficile per i politici ma anche per i medici. Ecco perchè i medici cattolici hanno deciso di darsi una serie di regole etiche sui valori irrinunciabili. Tra questi prima di tutto la difesa della vita.
«Abbiamo predisposto un documento che contiene i valori a cui noi medici cattolici aderiamo» spiega Vincenzo Saraceni, presidente Amci. Oltre a ribadire la loro contrarietà all’aborto i medici chiedono anche la piena applicazione della 194 per quanto riguarda la parte sulla prevenzione.

Ancora no a qualunque ipotesi di eutanasia, che, dice Saraceni, si vuole surrettiziamente «introdurre con il testamento biologico».
L’Amci infine giudica «il sì dell’Europarlamento alla ricerca sulle staminali embrionali un tradimento delle proprie radici».

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