Marianna Bartoccelli
da Roma
Linea politica «sconcertante». Norme che «ledono le prerogative costituzionali». Momento «drammatico» per la categoria dei magistrati. Il governo «scorda il rischio di una sindacalizzazione selvaggia della magistratura». Queste le accuse dei magistrati tra i più critici della manovra finanziaria, sia quelli che si riferiscono alla corrente di Unicost, la più importante del parlamentino dellAnm, sia quelli di Magistratura indipendente. Entrambe le componenti (sino ad ora si tengono fuori Md e Movimento per la giustizia, che si riferiscono alla sinistra) chiedono allAnm di convocare unassemblea straordinaria per prendere «decisioni conseguenziali a una finanziaria che prevede disposizioni gravemente lesive del complesso sistema retributivo della magistratura ordinaria», come sottolinea Stefano Schirò, presidente di Mi. Ancora più duro il segretario di Unicost, Marcello Matera: «Quello che sta succedendo in questi giorni ha dellincredibile». E aggiunge: «Le forze politiche che per anni hanno tuonato contro la riforma Castelli oggi che sono al governo stanno per varare un provvedimento di sospensione solo di una parte di essa. Adesso arriva la finanziaria che dimezza le classi stipendiali e gli scatti biennali, colpendo soprattutto i più giovani ed è orientata ad ancorare il livello retributivo a specifici elementi di valutazione della produttività». Così facendo mette in crisi «lindipendenza» dei magistrati.
Stato di agitazione anche tra i magistrati della Corte dei conti. Il presidente della loro associazione, Carlo Manfredi Selvaggi, accusa che le riduzioni previste dal governo Prodi finiscono con «il minare gravemente lattuale struttura retributiva preordinata a tutelare lindipendenza e lautonomia della magistratura».
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