Agli americani le eredità non piacciono. O almeno, ai super ricchi americani non piace lasciare i propri soldi ai figli. La ragione l'ha spiegata meglio di tutti Bill Gates, il fondatore di Microsoft, che da anni figura ai vertici delle classifiche degli uomini più ricchi del mondo: «Devono farsi la loro strada. E noi cercheremo di agire con equilibrio, aprendo loro tutte le possibilità ma senza inondarli di denaro, in modo che non finiscano per non fare nulla nella vita».
Gates e la moglie Melinda hanno un patrimonio che viene valutato intorno ai 90 miliardi di dollari. In un'intervista di qualche tempo fa hanno annunciato che alle due figlie e al figlio (sono ancora adolescenti) lasceranno 10 milioni di dollari ciascuno. Una goccia nel mare.
Esattamente allo stesso modo ha detto di volersi comportare Mark Zuckerberg: nel 2015, al momento della nascita del figlio Max, ha annunciato insieme alla moglie Priscilla Chan, che all'erede è destinato solo l'1% delle azioni di Facebook e del patrimonio familiare, il resto finirà in beneficenza. Va detto che secondo le stime degli esperti la ricchezza della coppia è pari più o meno a 70 miliardi e quindi il piccolo Max, con una dotazione potenziale di 700 milioni, non è propriamente da considerarsi un nullatenente. Al medesimo principio si atterrà Warren Buffet, 90 anni compiuti, considerato uno dei miti della finanza americana: ai tre figli andranno 2 miliardi a testa, il resto del patrimonio (anche qui si parla di una novantina di miliardi) a varie iniziative filantropiche. Per dare forza alla sua decisione, maturata da tempo, ha creato insieme al suo amico Gates, una fondazione, Giving pledge, che riunisce i miliardari che assumono l'impegno di donare, in vita o al momento della morte, il 99% del patrimonio ad attività benefiche.
Tra gli iscritti c'è anche Michael Bloomberg, finanziere ed ex sindaco di New York (vale circa 50 miliardi di dollari). «Se si vuol fare qualche cosa per i propri figli e mostrare loro quanto li si ama», ha detto quest'ultimo, «la cosa migliore è finanziare organizzazioni che creeranno un mondo migliore per loro e per i loro figli».
Inglese e non americano (e molto più povero dei nomi citati in precedenza), è invece il cantante Sting, a cui vengono
attribuiti beni per circa 300 milioni di dollari. Ha sei figli ma in un'intervista ha spiegato che non devono aspettarsi nulla. «Sanno che io e mia moglie abbiamo intenzione di spenderli fino in fondo. Dovranno tutti lavorare».
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