E ora il «metodo Woodcock» finisce sotto processo al Csm

RomaAltro che accuse del premier al pm De Pasquale, quello che rovina la reputazione della magistratura è il «metodo Woodcock». Quello delle toghe a caccia di «fama e visibilità», le cui inchieste con «sistematica violazione del segreto istruttorio» portano il più delle volte ad assoluzioni, ma dopo aver esercitato un’«intimidazione» sugli indagati.
Tutto questo lo scrive il membro laico del Csm, il leghista Matteo Brigandì, nella richiesta di aprire una pratica a tutela «del regolare svolgimento e/o della credibilità della funzione giudiziaria». Per lui, ad attentare al prestigio e all’indipendenza della magistratura è appunto il «metodo Woodcock». Quello che ha avuto l’ultima manifestazione nell’inchiesta, con sequestri e perquisizioni, contro i vertici del Giornale per il presunto dossier contro la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.
Nuovo Csm, vecchie pratiche. Quelle «a tutela», tanto contestate da anni ma sempre pronte ad essere usate come arma di difesa e di attacco delle toghe. La prima è stata quella in difesa del pm milanese nel processo Mills, De Pasquale, che ha avuto mercoledì il via libera del Comitato di presidenza del Csm. Ma ora si contrappone quella di Brigandì.
Per il laico del Carroccio alcuni pm, non solo il noto Henry John che da Potenza è tornato a Napoli dopo essersi fatto conoscere con Vallettopoli e altre inchieste sotto i riflettori, seguono questo «metodo» di spettacolarizzazione delle inchieste per far carriera. I mass media, sottolinea Brigandì, ne parlano ormai normalmente e neppure il presidente dell’Anm Palamara ne nega l’esistenza, lodando al contrario chi lavora «nell’ombra».
Il vertice del Csm (il vicepresidente Michele Vietti, il primo presidente e il procuratore generale della Cassazione Ernesto Lupo e Vitaliano Esposito) dovrà decidere ora se inviare anche questa seconda pratica in prima commissione. Il momento è molto delicato, con la tensione al massimo, perché si profila un nuovo possibile scontro tra Csm e premier. E proprio mentre il governo si prepara a presentare la grande riforma costituzionale sulla giustizia.
C’è poi un particolare finora rimasto in penombra: il tentativo dei difensori di De Pasquale di coinvolgere direttamente nella querelle Giorgio Napolitano, che del Csm è presidente.
La prima commissione, probabilmente lunedì, esaminerà la richiesta presentata dai 16 togati e dal laico del Pd, Glauco Giostra. L’unico a non firmarla è stato Guido Calvi, altro laico di centrosinistra che presiede proprio la commissione che deciderà se far arrivare la pratica al plenum. Nel documento i 17 chiedono esplicitamente a Vietti di «rappresentare al Capo dello Stato e rendere nota all’opinione pubblica la loro profonda preoccupazione per le ennesime gravissime dichiarazioni di Berlusconi il 29 settembre e il 3 ottobre, che minano la credibilità delle istituzioni e rischiano di delegittimare la magistratura tutta».
Il vicepresidente è salito al Quirinale e ne ha parlato mercoledì con Napolitano, che in una nota «ha ribadito il suo costante impegno per l’esercizio rigoroso delle prerogative costituzionali del Csm».
Certo il presidente della Repubblica farà ogni sforzo per disinnescare lo scontro e sembra raccomandare alla maggioranza di non forzare troppo con la riforma, soprattutto sui limiti dei poteri del Csm (si parla di uno sdoppiamento per pm e giudici e della sezione disciplinare esterna).
A Palazzo de’ Marescialli circola la voce che, dopo il plenum straordinario di lunedì con il Guardasigilli Alfano, ce ne potrebbe essere presto uno presieduto dallo stesso Napolitano, magari prima della sua visita di Stato in Cina.

Il Capo dello Stato potrebbe dare così un segnale, smorzare le contrapposizioni pur difendendo le «prerogative» del Csm, spianare la strada a una riforma il più possibile condivisa. Su questa linea dovrebbe muoversi il comitato di presidenza del Csm, mandando avanti anche la pratica di Brigandì. Che rischia, però, di essere bloccata in commissione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica