Mentre la terra continua a tremare (anche ieri ci sono state scosse) la Procura dell’Aquila è al lavoro. E dopo la costituzione del pool di scienziati che aiuterà i Pm nell’analisi degli indizi (mappe di rischio sismico, piloni in cemento tranciati e faglie), ieri l’inchiesta è entrata nel vivo: sopralluoghi, sequestri, testimoni. «Abbiamo dato l’incarico ai periti, abbiamo raccolto macerie da esaminare, stiamo vedendo le carte. Abbiamo un capannone intero pieno di reperti» ha dichiarato il procuratore capo dell’Aquila Alfredo Rossini al termine di una riunione «con tutti i sostituti per organizzare i turni di lavoro». Indagini che dovranno fare i conti con l’impossibilità di recuperare documenti da uffici crollati. E anche se in questa fase non c’è «ancora nessuna iscrizione nel registro degli indagati», Rossini ha ribadito «l’intenzione di non limitarsi a indagare i presunti responsabili, ma di arrestarli».
Un pool di periti è stato già nominato. E il passo successivo dovrebbe essere l’ascolto dei testi. Tra i primi potrebbe esserci Carmela Tomassetti, 23 anni, fuggita dalla casa dello studente una settimana prima della scossa che ha trasformato l’edificio nella tomba di 11 giovani: «Doveva essere chiusa. Lo ripeterò davanti ai magistrati». Ma sono tanti gli enigmi, oltre alla Casa dello Studente, che attendono risposta. A cura di Giuseppe Marino e Matthias Pfaender
1) Prefettura a rischio: si sapeva già dal 2008
2) L'ospedale inaugurato senza l'agibilità
3) Strutture antisismiche? Alcune lo erano solo sulla carta
4) Casa dello studente, a chi spettavano i controlli?
5) Edifici costruiti su faglia attiva
6) Perché il rischio sismico è stato declassato a tavolino?
7) Sono state fatte ispezioni sulle mura già lesionate?
8) Cemento e ferro scadente per le abitazioni recenti
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