Quando si parla di casa trasformabile, di arredo che muta un oggetto in un altro, si parla sempre e immediatamente di divano che contiene un letto. E questa trasformazione ha in verità una lunga storia. Si cominciò con questo oggetto già negli anni Cinquanta, quando il consumo maggiore e la richiesta ai negozianti venne nelle città dove l'immigrazione era maggiore. Parenti che arrivavano dal Sud, nascite, amici in visita e così via. Con il tempo questa prerogativa del divano venne mantenuta, come un vero e proprio valore aggiunto ed oggi la richiesta va scemando sempre più assestandosi su valori normali, anche in considerazione che un divano che si trasforma in letto o che ne contiene uno, fatalmente è di una comodità certamente non ottimale per la seduta che non offre quel comfort della piuma o delle schiume morbide. Altro pezzo che si è rivelato vincente nel tempo è il letto che si solleva per quanto riguarda la rete e il materasso presentando al di sotto della scatola un vuoto di grande capacità. Anche qui nessun brevetto, ogni fabbricante ne possiede più di uno nel suo catalogo. In fondo il design è servito a qualcosa, vale a dire a rendere più «pulite» le linee del letto, che una volta, per soddisfare questa esigenza, era dotato di cassetti dalle due parti laterali, magari anche dotati di ruote per facilitarne lo scorrimento. Il terzo pezzo d'arredo che si trasforma ha invece una storia lunghissima, e riguarda il tavolo. Oggi lo si intende come tavolo da pranzo ma nei tempi passati si parlava solo di tavolo. Esistono addirittura esempi nelle illustrazioni egizie di tavoli "componibili", e questo la dice lunga sulla necessità di avere un piano, sul quale lavorare, che abbia una dimensione variabile. Il vecchio catalogo di "Harrod's" mostra esempi di manovelle che, poste su un lato corto, permettono al piano di aprirsi e di collocarvi assi di prolungamento. Oggi questi risultati sono ottenuti con le tecniche più diverse e addirittura quelli dal piano in cristallo, con marchingegni per la verità antiestetici si prestano anch'essi a questa operazione.
Sono questi i tre componenti della nostra casa che nel tempo hanno subito queste manipolazioni per renderli più adatti ad uno sfruttamento razionale. Il resto è venuto con il tempo, a volte divertente, curioso, inutili ma certamente con un pizzico di inventiva e di ironia.(hanno collaborato:
Michela Orefice e Albino Boffi)
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