Ecco come è nato il capolavoro dell’«Adorazione»

La rassegna «Il quadro del mese» dedicata alla tela di Jacopo Bassano

Un’umanità segnata dalla durezza della vita popola l’Adorazione dei pastori di Jacopo Bassano della Galleria Corsini. Un capolavoro assoluto che ora viene portato all’attenzione del pubblico e accostato a un’altra tela dello stesso autore e dello stesso soggetto, prestata dalla Galleria Borghese, nella rassegna Il quadro del mese. Fino al 27 aprile il dipinto è posto al centro di un percorso che, partendo delle fonti iconografiche, analizza i dettagli dell’opera e del contesto artistico e culturale di riferimento. Una nota biografica ci fa sapere che Jacopo da Ponte (detto Bassano) è nato a Bassano del Grappa tra il 1510 e il 1515 ed è morto nel 1592. Ha studiato a Venezia, ma ha lavorato per lo più nella sua città natale. La tela della Galleria Corsini, acquisita nel secolo XVIII, è datata intorno al 1562 sostanzialmente per ragioni di carattere stilistico. La composizione è tutta giocata su vividi contrasti cromatici, luministici ed espressivi. Un simbolico raggio di luce sembra scendere direttamente sul bambino, mostrato dalla Madonna ai pastori, che vengono dipinti con un interesse che potremmo definire antropologico e sociale. Come nel caso del ragazzo down sulla destra che, estraniandosi dalla scena, soffia su un tizzone fumante, motivo questo che avrà molto successo nel Seicento come tema a se stante, e che sembra alludere in questo caso a un fuoco mondano ormai spento in quanto superato dalla luce divina. Salta subito agli occhi, poi, il pastore inginocchiato in primo piano con i piedi nudi e sporchi, che Caravaggio in seguito riprenderà nella sua Madonna dei pellegrini. Di qualche anno precedente rispetto all’opera Corsini è l’Adorazione Borghese (1553-54), che rappresenta un’originale e sperimentale reinterpretazione del tema tradizionale.

Il pittore focalizza l’attenzione sui pastori e sugli animali, concedendo loro uno spazio inusuale. Particolarmente inconsueta è la figura del pastore quasi sdraiato in primo piano, che si direbbe intento a suonare piuttosto che assorto in devota adorazione.

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