Ecco la riforma del lavoro: un contratto unico per tutti ma sarà più facile licenziare

Sono questi gli obiettivi della riforma del lavoro allo studio del ministro Fornero. Il nodo dei fondi per prorogare gli ammortizzatori sociali

Ecco la riforma del lavoro: un contratto unico per tutti  ma sarà più facile licenziare

Roma - Un contratto unico per tutti i lavoratori dipendenti, con protezioni crescenti ma senza la muraglia rappresentata dall’articolo 18, che vieta i licenziamenti per motivi economici. Questo l’obiettivo che Mario Monti vuole raggiungere entro un paio di mesi, in tempo per presentare la riforma del mercato del lavoro alla riunione Eurogruppo-Ecofin di febbraio. «Serve una riforma degli istituti del mercato del lavoro - ha detto il presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine anno - e su questo tema ci sarà il negoziato con le parti sociali, ma il tutto dovrà essere condotto con rapidità».
Il dossier è nelle mani di Elsa Fornero. Ma prima di addentrarsi nello spinosissimo argomento del contratto unico e dell’articolo 18, il ministro del Lavoro (insieme al Tesoro) dovrà risolvere altre due questioni più urgenti: come finanziare la proroga degli ammortizzatori sociali messa in campo dal governo Berlusconi per aiutare i lavoratori in difficoltà; e come risolvere il dramma dei dipendenti in mobilità che, dopo la riforma della previdenza, rischiano di trovarsi senza salario e senza pensione. Negli ultimi tre anni sono stati spesi 18-20 miliardi per gli ammortizzatori, dunque bisogna reperire circa 6 miliardi per il 2012. Per il Tesoro bisogna destinare a questa emergenza i risparmi ottenuti dalla riforma delle pensioni. Quanto all’altro problema, Monti ha detto che il governo si impegna a risolvere le «situazioni di criticità», come quelle già affrontate per i lavoratori in mobilità di Alenia e della Fiat a Termini Imerese.
La strada è in salita. Il depotenziamento dell’articolo 18 è fumo negli occhi dei sindacati e del Pd. «Togliamo dal tavolo l’articolo 18», intima il segretario democratico Pier Luigi Bersani. «Vogliamo un confronto serio, non condizionato dalla fretta», replica la Cgil, e il segretario della Cisl Raffaele Bonanni avverte che «non accetteremo pacchetti preconfezionati o ispirati da altri». La Fornero è dunque chiamata a un compito difficile: partendo dalle idee del giuslavorista Pietro Ichino, dovrà elaborare una proposta «potabile» per tutti. Si vuole superare il dualismo fra lavoratori iper-protetti, dipendenti delle aziende con oltre 15 addetti, e quelli delle piccole e piccolissime imprese, esposti al licenziamento. Ma anche superare l’estrema precarietà del lavoro giovanile. «L’idea cardine - ha detto Ichino in una recente intervista al Giornale - è questa: tutti a tempo indeterminato, tranne i casi classici di contratto a termine; a tutti le protezioni essenziali; ma nessuno inamovibile». A chi perde il posto, garanzia di continuità del reddito, assistenza e investimenti sulla professionalità durante il passaggio del vecchio al nuovo lavoro.
Prima del pacchetto lavoro, Monti affronta le liberalizzazioni. «Sarà un intervento di sistema», annuncia il professore, scottato dall’eliminazione di ogni barlume di concorrenza dalla manovra. Dunque una riforma che abbracci l’antitrust, l’energia, le assicurazioni, i lavori pubblici, i trasporti, le professioni, i carburanti, i servizi postali. Sarà interessante vedere se e come Monti troverà una mediazione fra i suoi Grandi elettori di sinistra (contrari alla riforma dell’articolo 18) e di destra (contrari al bisturi sui temi della concorrenza). Nessun intervento a breve, ma solo una riflessione su come aggredire lo stock del debito con interventi straordinari, mentre si attende a breve la lista delle opere pubbliche da finanziare con i fondi europei sbloccati dal Cipe.

Infine, il governo sta pensando a un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali italiani esportati nella Confederazione, sull’esempio di intese raggiunte da Germania e Gran Bretagna: tassazione in loco, da girare all’erario italiano.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica