Alitalia, doccia fredda Ue. Nuovi prestiti a rischio

I falchi europei vogliono la stretta sugli aiuti di Stato. Ancora più in salita la gara per gli asset

Alitalia, doccia fredda Ue. Nuovi prestiti a rischio

Per Alitalia è arrivata un'altra doccia fredda da Bruxelles: il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis ha detto che, quanto gli aiuti Covid, si dovrà tener conto se un'impresa era sana oppure no al momento dello scoppio della pandemia.

Alitalia - che non è stata citata - non lo era, e quindi potrebbe trovare ulteriori ostacoli sul percorso comunitario dei finanziamenti. «La distinzione tra imprese in salute e insostenibili -ha detto Dombrovskis - fa riferimento a quanto stabilito dal quadro sugli aiuti di Stato» secondo cui «un'impresa è sana se era tale prima del della crisi del Covid-19: quindi non si prende in considerazione l'impatto della pandemia».

Alitalia, che è gestita dall'amministrazione straordinaria, è in attesa di un'ultima tranche di aiuti governativi (77 milioni) che deve essere approvata a Bruxelles: denaro urgente, perché già a fine mese il commissario Giuseppe leogrande non sarà in grado di pagare gli stipendi di febbraio. Se Bruxelles prevede una stretta sui finanziamenti, la strada si fa ancora più complicata: per un'impresa in crisi anteriormente al Covid si profilerebbe la procedura sugli aiuti di Stato, con tutto quel che ne consegue.

A questo proposito va ricordato che nei giorni scorsi la commissaria europea alla Concorrenza Margret Vestager aveva dato per «quasi conclusa» - annunciando quindi un verdetto imminente-l'altra vertenza, quella sui tre prestiti ponte da 1,3 miliardi di euro euro: dall'esito (aiuti di Stato sì o no) dipenderà tutto il futuro della compagnia.

La vicenda è sempre più complicata. Venerdì il ministero dello Sviluppo Economico, ora retto da Giancarlo Giorgetti, Con una lettera ha sollecitato il commissario, raccomandandogli «ogni consentita urgenza», a bandire una nuova gara per la cessione degli asset dell'ex compagnia di bandiera. Non è stato possibile sapere se e cosa Leogrande abbia risposto. Quello che viene riferito da fonti informate e che Leogrande ha già chiesto un incontro al neo ministro, per il quale il dossier Alitalia è forse il più scottante.

L'Unione Europea chiede che la compagnia venga venduta a pezzi (aviation, manutenzione, terra) per garantire la necessaria «discontinuità» con il passato, ma nulla assicura che l'assegnatario sia Ita, la società creata dal Ministero del Tesoro proprio per rilevare la vecchia Alitalia.

E bisogna fare in fretta, perché le casse dell'amministrazione straordinaria sono vuote, e Leogrande dovrà a breve chiedere altro denaro. In attesa dell'eventuale aggiudicazione (non si sa quanto tempo occorrerà davvero) Ita rimane una scatola vuota, mentre la vecchia Alitalia commissariata continua a perdere circa 1,5 milioni al giorno.

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