Ieri Wall Street ha evidenziato segnali di recupero con i principali indici in progresso a poco più di un'ora dalla chiusura. I dati sui nuovi occupati a luglio, seppur positivi, sono stati inferiori alle attese, segno che la stretta sui tassi sta funzionando e che le speranze di un «atterraggio morbido» dell'economia Usa potrebbero avverarsi. Analogamente incisive per le performance della Borsa di New York le trimestrali di Amazon e Apple che, pur procedendo a due velocità, evidenziano un buono stato di salute del comparto hi-tech.
Il colosso delle vendite al dettaglio ha segnato un rialzo superiore al 10% in borsa grazie al pieno di utili nel secondo trimestre. Cupertino, invece, segna un calo superiore al 3% con la capitalizzazione di mercato scesa sotto i 3.000 miliardi di dollari in seguito a risultati buoni ma caratterizzati da alcune ombre. Apple ha chiuso il periodo maggio-luglio con ricavi in calo dell'1,4% a 81,8 miliardi di dollari, sopra le previsioni del mercato, e un utile in aumento del 2,3% a 19,9 miliardi. A preoccupare è la frenata dell'iPhone, il motore di crescita della società. Le vendite dello smartphone - che rappresentano il 48% dei ricavi della società - sono calate del 2,4% a 39,7 miliardi, sotto le attese degli analisti che scommettevano su 40,1 miliardi. Un calo che oscura il boom della divisione servizi, i cui ricavi sono balzati dell'8% al record di 21,2 miliardi.
Apple «ha fatto molto bene sui mercati emergenti», ha detto l'amministratore delegato Tim Cook. In Cina i ricavi sono infatti saliti del 7,9% a 15,8 miliardi, mitigando in parte il calo del 5,6% nelle Americhe. Questa performance ha trascinato al ribasso anche StM (-2,65%), che è uno dei principali fornitori di chip per il colosso statunitense. La società italo-francese a Piazza Affari ha ceduto Cook ha quindi cercato di spazzare via i dubbi sul presunto ruolo defilato nella partita sull'intelligenza artificiale: è una tecnologia «fondamentale che è integrata in ogni prodotto che realizziamo. È essenziale e da anni facciamo ricerca su un'ampia gamma di tecnologie dell'intelligenza artificiale».
A una Apple che convince a metà si è contrapposta una Amazon in salute e soprattutto con prospettive migliori, non legate - secondo gli analisti - a un unico prodotto. Per il colosso delle vendite online i ricavi nel secondo trimestre sono saliti dell'11% a 134,2 miliardi, sopra le previsioni del mercato. L'utile netto è risultato pari a 6,75 miliardi, il doppio di quanto atteso dagli analisti e il risultato migliore dagli ultimi tre mesi del 2021. I risultati mostrano l'effetto dei tagli effettuati dalla società.
Nell'ultimo anno il gruppo fondato da Jeff Bezos ha infatti ridotto la propria forza lavoro di 27mila unità e non sono escluse ulteriori riduzioni con l'entrata in vigore delle nuove politiche che obbligano i dipendenti a ricollocarsi presso gli hub corporate di Seattle o New York, pena la fine del contratto.
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