Attenzione, l'Imu si fa in 7. Cosa cambia per chi paga

Dal 2022 sarà operativa la nuova Imu con l'atteso modulo precompilato: saranno sette le tipologie principali. Ecco, nel dettaglio, cosa cambierà

Attenzione, l'Imu si fa in 7. Cosa cambia per chi paga

Grosse novità in arrivo per l'Imu: c'è una bozza del nuovo decreto legge che ne stabilisce le sette tipologie principali e sarà valida a partire dal 2022. Ne fanno parte l'abitazione principale, i fabbricati rurali strumentali, gli immobili merce, i capannoni, i terreni agricoli, le aree fabbricabili e altri immobili.

Qual è l'obiettivo

L'obiettivo del decreto sarà quello di semplificare le numerose aliquote comunali e dare il via all'atteso modello precompilato, una delle tante cose promesse in passato ma mai attuate. Come riporta IlSole24Ore, il decreto è previsto dal comma 756 della legge di Bilancio per il 2020 e sarebbe dovuto arrivare in Gazzetta Ufficiale entro il mese di giugno dell'anno scorso. La storia del precompilato è lunga e tortuosa: inizia addirittura nel 2011 quando il governo Monti, con il decreto "Salva Italia", aveva pensato ad una semplificazione. Otto anni dopo, nel 2019, la legge di Bilancio ha cancellato la Tasi prevedendo un nuovo schema per l'Imu con un elenco di casi in cui i Comuni avrebbero potuto differenziare l'aliquota, "un passo indispensabile per avviare la piattaforma telematica Mef che secondo le norme dovrebbe precompilare i moduli ai contribuenti".

All'interno di questa suddivisione in sette parti, ciascuna di esse potrà essere personalizzata: anche se comincerà a prendere vita nel 2022, entro il 30 aprile di quest'anno i Comuni dovranno chiudere le delibere sui tributi e i bilanci preventivi: chi ancora non l'ha fatto, dovrà accelerare per non sforare la scadenza. La totale libertà lasciata ai Comuni di prevedere aliquote su misura ha avuto il pregio di modulare l'imposta in base alle caratteristiche e alle scelte politiche locali (al netto ovviamente delle esigenze pressanti dei conti e delle invasioni statali sul gettito). Ma ha comportato la moltiplicazione delle variabili, arrivate a superare quota 200mila quando l'Imu è stata affiancata dalla gemella Tasi.

Aliquote "su misura"

Come anticipato prima, nell'autunno del 2019 la prima legge di bilancio giallorossa oltre a cancellare la Tasi (inglobandola nell'Imu), e ridurre le aliquote infinite, ha previsto di "ingabbiare" l'imposta municipale in uno schema rigido, con un elenco predefinito di (pochi) casi in cui i Comuni avrebbero potuto differenziare l'aliquota. Questo fu un passo indispensabile per avviare la piattaforma telematica Mef che, secondo le norme, dovrebbe precompilare i moduli ai contribuenti. La bozza di decreto comparsa con alcuni mesi di ritardo stila questo elenco partendo, appunto dalle sette tipologie di Imu: c'è l'abitazione principale (quelle definite "di lusso"), fabbricati rurali strumentali, immobili merce, c'è la categoria D (i capannoni), terreni agricoli, aree fabbricabili e "altri fabbricati" nei quali rientrano le seconde case.

Per ogni tipologia saranno individuati i singoli casi per fissare un'aliquota su misura distinguendo tra i capannoni utilizzati dal produttore a quelli dati in affitto, dai terreni agricoli coltivati a quelli che non lo sono, dalle aree fabbricabili in zone non raggiunte dai servizi del Comune o le seconde case vuote da quelle date in comodato a famigliari.

Con questi parametri messi dentro un sistema informatico progettato dal ministero dell'Economia, ci sarà l'obbligo di garantire a tutti i contribuenti la possibilità di ricavare il modello precompilato tramite piattaforma Mef per il pagamento dell'Imu. Ancora pochi mesi di pazienza, dal prossimo anno questo sistema diventerà realtà.

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