Arriva la sforbiciata sui vitalizi. Ma Renzi punta alle pensioni ricche

A 2mila politici verrebbero tagliati gli assegni del 50%. Ma l'obiettivo è arrivare a ritoccare le pensioni retributive ricche

Arriva la sforbiciata sui vitalizi. Ma Renzi punta alle pensioni ricche

Matteo Renzi sta cercando di far cassa. La riforma delle pensioni non può essere a costo zero: da qualche parte deve tagliare. E così l'ultima ipotesi partorita dal ministero dell'Economia è di attaccare i vitalizi dei politici riducendoglieli del 50 per cento. Un'operazione che, secondo i calcoli del Corriere della Sera, ridurrebbe l'esborso pubblico di circa 100 milioni di euro. Neanche poi tanto. Il vero obiettivo è, infatti, attaccare le pensioni retributive ricche.

Secondo Sergio Rizzo, il governo starebbe valutando di ricalcolare i vitalizi degli ex parlamentari e degli ex consiglieri regionali che in un anno portano a casa più di 63.700 euro lordi annui. Onorevoli che a fine mese si vedono versare in banca circa 5.300 euro. Se Renzi dovesse andare fino in fondo 2mila politici potrebbero subire tagli del 50 per cento. Per le casse dello Stato il risparmio sarà modesto: un centinaio di milioni. "L'esborso pubblico per i vitalizi parlamentari e regionali, oggi pari a 400 milioni - fa notare Rizzo sul Corriere della Sera - si ridurrebbe di un quarto". Tuttavia, stando all'elenco stilato da Primo Di Nicola sull’Espresso, i tagli interesserebbero politici come Massimo D’Alema, Gianfranco Fini, Luciano Violante, Carlo Vizzini, Walter Veltroni, Achille Occhetto e Beppe Pisanu.

Il governo non è mai intervenuto su competenze che sono esclusiva del parlamento dove, ancora oggi, vige ancora la regola dell’autodichìa.

Tuttavia l'operazione sui vitalizi potrebbe aprire la strada a un intervento più generale sulle pensioni retributive ricche. Se così fosse, spiegano fonti vicine al dossier, verrebbero pesantemente ridotte anche se meno rispetto ai tagli che dovranno subire gli ex onorevoli.

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