Dopo la fine delle ferie estive, il profilarsi dell'inizio del nuovo anno scolastico porta le famiglie italiane a iniziare a fare i conti anche con gli aumenti del costo dei libri di testo. Una voce di spesa che va ad aggiungersi a quelle fortemente "alterate" delle bollette di luce e gas e dei prezzi al supermercato. Escludendo i dizionari, si stima mediamente un esborso di circa 350 euro pro capite, con un peso che si fa sentire maggiormente soprattutto al primo anno di superiori e che può oscillare a seconda dell'indirizzo scolastico scelto dallo studente.
Proprio per non incorrere nel rischio di porre le famiglie dinanzi a prezzi fuori controllo, il ministero dell'Istruzione aveva deciso di fissare un tetto di spesa complessivo per l'intera dotazione libraria. Il problema è che sono trascorsi da allora dieci anni e non si fa alcun riferimento al prezzo dei singoli testi, col risultato che gli aumenti periodici rendono sempre più complesso anche per gli insegnanti rimanere nel budget stabilito.
Gli aumenti
Nel lasso di tempo trascorso, infatti, le varie case editrici hanno modificato i costi sulla base dell'inflazione, che da gennaio 2012 a gennaio 2022 si è incrementata del 10,5% e che è destinata a crescere ulteriormente nell'anno in corso (+ 8%).
Tra tutti è il liceo scientifico a guidare la classifica degli indirizzi scolastici che comportano il maggior esborso per l'acquisto di libri di testo. Per le classi ordinarie, quelle cioè senza varianti sperimentali, in Lombardia si spendono mediamente 371 euro, nel Lazio 380 e in Sicilia 385. Tuttavia, stando alle tabelle fissate dal Miur, il tetto massimo dovrebbe essere di 320 euro, incrementati al massimo di un 10% (quindi 352 euro). Un limite lontano dalla realtà, se si pensa che in Lombardia il budget incrementato del 10% sarà superato dal 70% delle classi, che in Sicilia tale percentuale aumenta al 75% e nel Lazio addirittura all'82%. E questo, come accennato in precedenza, senza considerare i costi di un dizionario nuovo di latino (90-100 euro) o di greco (oltre i 100 euro).
Per il liceo classico il tetto fissato dal Miur sarebbe di 335 euro (che sale a 368,50 con l'aumento del 10%), tuttavia almeno il 30% di classi considerate va oltre tale limite. Al linguistico la spesa media è di 349 euro nel Lazio, 362 euro in Lombardia e 381 euro in Sicilia, considerando poi il fatto che al budget devono essere aggiunti i dizionari di Inglese, Francese e Spagnolo/Tedesco. Alcune classi sperimentali, quelle che prevedono spese più elevate, includono l'acquisto di dizionari di arabo o ebraico.
Non varia la situazione negli istituti tecnici/professionali. In Lombardia la spesa media arriva a 362 euro, a fronte di un tetto di 320 euro fissato dal Miur (352 con l'aumento del 10%): le classi che varcano tale soglia sono il 60% del totale. Per gli studenti dell'alberghiero nel Lazio la cifra da preventivare per la dotazione libraria è di 379 euro, a fronte del tetto di 329 euro: ben il 97% delle classi andrà oltre il tetto.
I casi più eclatanti
La 1°H del liceo scientifico Pascal di Pomezia (Roma), che ha in programma lo studio in inglese di varie discipline, prevede l'acquisto di 20 libri di testo, per un totale di 610 euro. Il conto si fa più salato allo scientifico internazionale Bonifacio VIII di Anagni: sono in tutto 28 libri per una spesa di 754 euro. Di questi 5 testi sono facoltativi, e si potrebbe contenere la spesa a 609,60 euro, tuttavia spesso e volentieri le famiglie completano la dotazione libraria per i propri figli.
Una spesa che, con l'aggiunta dei dizionari, può tranquillamente avvicinarsi ai 1000 euro. Sono proprio le classi sperimentali, per le quali non è stato fissato alcun limite di spesa nè adeguamento di sorta, a rischiare ancora maggiormente incrementi fuori controllo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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