L'emergenza dovuta alla diffusione del nuovo coronavirus 2019-nCoV sta imponendo una riorganizzazione dell'intero universo lavorativo. L'esigenza di contenere il più possibile l'infezione, ribadita dai recenti decreti varati dal Governo allo scopo di limitare la circolazione e l'assembramento delle persone, ha spinto la gran parte delle realtà produttive a modificare i suoi ritmi quotidiani. Ci sono aziende che hanno deciso di implementare lo smart working per permettere ai dipendenti di lavorare da remoto, altre che hanno invece scelto turnazioni più agevoli allo scopo di evitare l'affollamento degli uffici, altre ancora che hanno optato per uno stop momentaneo di ogni attività. Per comprendere come sia mutata la vita lavorativa delle realtà che operano sul territorio italiano, interessante è raccontare l'esperienza di Atex, società specializzata nella produzione di software e analisi per l'industria dei media.
Tutto è cominciato una decina di giorni fa, quando l'azienda ha deciso di non far più viaggiare nessun collaboratore con i mezzi pubblici, per ovvie ragioni di sicurezza. In videoconferenza, l'Operation Manager per l'Italia ha organizzato un viaggio in auto pronto ad attraversare tutto lo Stivale: "Paolo parte da Napoli in auto Lunedì alle 5, passa da Roma e prende Simone. Simone scende a Genova e Paolo prosegue per Torino". Solo un paio di giorni più tardi la necessità di un nuovo cambio, dato l'aggravarsi della situazione italiana: nessun collaboratore si sarebbe recato dai clienti, una scelta presa in concerto proprio con questi ultimi per ridurre al minimo ogni rischio.
Per Atex - società specializzata in assistenza, configurazione e sviluppo dei prodotti editoriali soprattutto per quotidiani - l'attività lavorativa può essere eseguita completamente a distanza. "Ma spesso preferiamo essere tutti nella stessa stanza. Quando è possibile, lo facciamo". Passare da un confronto faccia a faccia a uno invece virtuale non è stato però complesso, perché la società implementa da anni consulenze da remoto. "Da anni ormai il nostro business si sta trasformando e richiede un numero sempre minore di spostamenti. Abbiamo clienti in tutto il mondo - spiegano dall'azienda - e nel passato buona parte delle nostre giornate la passavamo su un aereo. Oggi le passiamo ‘in call’, con i colleghi che sono comunque sparsi per il Pianeta e con i clienti. Abbiamo anche cambiato i nostri modelli di assistenza globale: mentre nel passato avevamo gruppi di assistenza e supporto in ogni nazione, oggi abbiamo cluster concentrati di gruppi di supporto che lavorano per più nazioni contemporaneamente".
La mancanza di un contatto umano si fa sentire, ma il modello dello smart working si rivela molto efficiente, sia sul fronte lavorativo che su quello personale, con più tempo da trascorrere con le proprie famiglie. "Ci siamo talmente abituati a questo modello che abbiamo anche detto addio all’ufficio tradizionale - sottolinea Atex. Usiamo ormai da due anni uffici in smart working, che ci permettono di avere sedi dove ci servono e quando ci servono".
In un momento così drammatico, non sono però mancate le sfide lavorative. Collaborando con i quotidiani, è aumentata anche la richiesta: il pubblico sta riscoprendo il valore di un'informazione seria e affidabile, opposta alle tante incertezze che circolano sui social network o sulla messaggistica istantanea. "Questo significa un maggior carico infrastrutturale e maggiore attenzione alla tempestività. È inoltre necessario garantire la continuità dell’informazione, per questo motivo molti nostri clienti ci hanno chiesto di attivare procedure di emergenza che permettano di mantenere sempre attiva la complessa macchina che permette di produrre, ogni giorno, notizie di qualità".
La parola all'azienda
Spirito d'adattamento alle nuove sfide: è questa la qualità principale che l'epidemia in corso sta chiedendo alle aziende. Abbiamo chiesto a Federico Marturano, Amministratore Delegato di Atex, di raccontarci il suo punto di vista sia sui cambiamenti che l'emergenza imporrà all'universo del lavoro, sia nel breve che nel lungo periodo.
Pur avvalendosi da tempo dello strumento dello smart working, Atex non ha mai rinunciato anche a un rapporto più diretto, lavorando fianco a fianco con il cliente. Quali sono le difficoltà maggiori che l'azienda ha incontrato nel dover scegliere un approccio unicamente da remoto, data l'emergenza in corso?
Formazione training e supporto richiedono di utilizzare nuovi strumenti e metodologie. Atex ha investito su strumenti di mercato per la formazione remota e l’assistenza, in alcuni casi troviamo utenti non ancora pronti all’utilizzo di queste soluzioni, ci sono ancora molte persone che non hanno un approccio sufficientemente flessibile con la tecnologia per riuscire a utilizzare senza aiuto questi strumenti. Questo è un problema che stiamo affrontando insieme alle direzioni tecniche dei nostri clienti. L’operare in maniera totalmente remota richiede anche un lavoro più intenso di preparazione e comunicazione. Spesso si dice che due colleghi affiatati "si intendono con uno sguardo". Questo non è più sufficiente, bisogna parlarsi spesso e comunicare molto di più. Questo porta anche a dei vantaggi non pianificati. Nelle prime due settimane di "emergenza" ci siamo imposti una call di sincronizzazione ogni mattina. Dopo pochi giorni ci siamo accorti che stavamo comunicando come non facevamo da tempo. Quando metà dei colleghi è in viaggio, si fa fatica a trovare momenti di condivisione. La regolarità delle call quotidiane sta migliorando le dinamiche di relazione e compattando l’azienda.
Crede che i cambiamenti imposti sul mercato del lavoro dall'emergenza coronavirus possano essere di lungo periodo? Anche quando l'epidemia sarà terminata le aziende continueranno ad avvalersi dello smart working?
Sì. Questa "onda anomala" cambierà il mondo della tecnologia e dei rapporti umani, penso che rimetterà anche ordine alla scala dei valori di ogni essere umano. Riporterà l’attenzione sulla qualità del tempo e sulla necessità di essere pronti a superare situazioni impreviste e complesse, anche i cambiamenti climatici in essere richiedono una riflessione sulla resilienza dei business. In questo contesto creda ci sarà una rapida accelerazione dell’utilizzo di architetture cloud. Questo per due motivi. Prima di tutto gli utenti devono poter accedere ai sistemi business critical da un normale browser web, senza nessun tipo di configurazione aggiuntiva. Desk, la soluzione Atex per il mondo dell’editoria, è pronta da questo punto di vista. Offre applicazioni web per la gestione della redazione e la pubblicazione multicanale ed è stata testata per garantire il necessario livello di sicurezza.
L’altro motivo è la necessità di garantire la disponibilità delle soluzioni in situazioni critiche e non è pensabile che ogni azienda si attrezzi per gestire in autonomia questa criticità, è indispensabile affidarsi a provider affidabili che siano in grado di "reggere il colpo" di eventi di larga scala come quello che ci troviamo ad affrontare ora
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