Aumento dei costi di luce e gas, anche le piscine in ginocchio

Al momento gli effetti peggiori si registrano in Gran Bretagna, ma anche nel nostro Paese la crisi inizia a essere evidente

Aumento dei costi di luce e gas, anche le piscine in ginocchio

Anche le piscine di tutto il continente europeo iniziano a risentire degli effetti dell'embargo dell'Ue alle materie prime della Russia, decisione che ha prodotto come prima conseguenza l'impennata dei costi di gas ed energia elettrica. Le ripercussioni sui bilanci delle principali società sportive pubbliche e private del settore sono abbastanza evidenti.

Secondo uno studio condotto dal Financial Times sarebbero circa 4mila le piscine inglesi a rischio chiusura: in Gran Bretagna, dove il nuoto è una delle discipline in assoluto più praticate, bel l'86% dei gestori si appresta a effettuare tagli di personale o riduzione di servizi ai propri clienti. Non si deve, tuttavia, guardare solo oltremanica, dato che a breve tali conseguenze si paleseranno anche nel nostro Paese.

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"La questione è diventata insostenibile", dichiara il vicepresidente della associazione di categoria Sigis Cosimo D'Ambrosio, "ora si va verso la bella stagione, ma in autunno non so come faremo". I costi sono già lievitati, dato che"siamo passati da 0,42 a euro metro cubo a 1,2 con punte fino a 1,5 euro al metro cubo. Una piscina piccola di 12 metri per 15, che prima costava di riscaldamento 4 mila euro al mese, adesso solo di gas costa tra 12 e 15 mila euro al mese", puntualizza ancora D'Ambrosio.

In prospettiva, quindi, si teme un costo dei biglietti d'ingresso pressoché quadruplicato, visto che oltre al mantenimento della temperatura dell'acqua bisogna pensare al filtraggio della stessa, al consumo energetico di docce e asciugacapelli, all'illuminazione e al riscaldamento degli ambienti."Il problema riguarda sia i privati che gli impianti pubblici, anche perché in Italia il 90% delle strutture è in concessione", spiega il vicepresidente di Sigis. "Noi che a Roma abbiamo una concessione importante stiamo valutando di investire in un impianto fotovoltaico per renderci autosufficienti, ma non tutti hanno le nostre disponibilità", conclude. La prima regione a muoversi per sostenere le associazioni di categoria è stata l'Emilia Romagna.

Grande la preoccupazione anche nella Federazione italiana nuoto. "Siamo consapevoli che le società sportive sono ormai allo stremo e quelle che gestiscono o usufruiscono di una piscina lo sono più di altre, perché devono fare i conti legati alla necessità di avere l'acqua calda", dichiara il presidente dell'associazione Paolo Barelli. Il primo sostegno è in arrivo grazie al bando da 30 milioni di euro erogato dal Dipartimento allo Sport: a beneficiarne saranno per ora tutti quei club rientranti nei parametri previsti dagli aiuti, da tempo in attesa. Ulteriori 48 milioni dovrebbero essere successivamente destinati a una platea di beneficiari più ampia, anche se neppure ciò sarà sufficiente a coprire le perdite degli ultimi anni. Gli aiuti "certo non ripagheranno quanto perso, ma daranno comunque un po' di sollievo ai club", aggiunge Barelli, che ringrazia apertamente il sottosegretario Valentina Vezzali per l'impegno profuso."Noi, come di consueto, andiamo avanti con ottimismo, nonostante le bollette quadruplicate, una crisi energetica di cui non si intravede soluzione e le altre problematiche di cui abbiamo a lungo discusso.

Le amministrazioni comunali", conclude il presidente, "hanno dimostrato sensibilità e, a seconda delle esigenze territoriali, stanno pianificando interventi che aiutino le società che, oltre ad occuparsi di agonismo, svolgono anche un'importante e imprescindibile funzione sociale".

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