La Corte dei conti tarda a dare il via libera al piano incentivi (650 milioni l'anno dal 2022 al 2024) che il governo ha varato il 6 aprile scorso per sostenere il mercato dell'auto. In attesa dell'ok, con la conseguente pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale, continua il crolle delle immatricolazioni: -33% in aprile e -26,5% da gennaio. E se il semaforo verde non dovesse accendersi almeno entro la seconda settimana di maggio, come auspicato da Michele Crisci, presidente di Unrae nella recente intervista al Giornale, ci sarebbero ulteriori danni a un settore già fiaccato da eventi come pandemia, inflazione, guerra in Ucraina, caro energia, blocchi delle produzioni per la crisi dei chip e consegne posticipate soprattutto di vetture premium. «Comunque - precisa un operatore del settore - vero è che chi ha intenzione di acquistare le auto disponibili attende solo l'incentivo, e il segnale di miglioramento si avvertirebbe subito».
Intanto, il Centro studi Promotor fa sapere che lo scenario di vendita italiano è tornato a quello degli anni '60, visto che avanti di questo passo l'anno si chiuderebbe con 1,117 milioni di unità consegnate. «In gioco - l'allarme lanciato dal presidente Gian Primo Quagliano - è, in particolare, la tenuta del sistema dei concessionari che, a differenza delle Case automobilistiche, non hanno altri mercati su cui trovare compensazioni al disastro italiano e che hanno già visto ridursi il numero delle loro aziende a 1.220, mentre nel 2007, cioè alla vigilia della crisi dei mutui subprime, erano 2.785».
Giù, ovviamente, tutti i numeri delle varie alimentazioni. Pesante il crollo delle auto elettriche pure (-37,5%) che, per i prezzi proposti, riescono a decollare solo con gli incentivi. Un forte rallentamento che sicuramente irrita ambientalisti e chi, anche all'interno del governo, è decisamente sbilanciato verso questa alimentazione. Soffrono anche le ibride ricaricabili (-8,5%) e le ibride full e mild (-19,9%). Crisi continua per le auto a benzina (-42,9%) e Diesel (-38,1%). Il gas alle stelle ha fatto crollare del 73,6% le vendite di vetture a metano, in rosso anche le Gpl (-22,4%). Ecco le rispettive quote di mercato: benzina 27,2%, Diesel 20,4%, elettrico 3,3%, plug-in 5,4%, ibrido 33,9%, Gpl 8,7% e metano 1,1%. I costruttori ad aprile: -40,9% Stellantis, -32,3% Volkswagen Group e -25,6 Renault Group.
Mentre il mercato precipita in attesa degli incentivi, a Bruxelles viene messo in discussione lo stop alla produzione dei motori endotermici nel 2035 a beneficio del «tutto elettrico».
La commissione Ue ai Trasporti si è infatti pronunciata per il mix tecnologico e contro l'abolizione totale del motore a combustione interna dal 2035, «seguendo la linea del PPE e di FI e sgretolando, di fatto, l'approccio rigido e monolitico votato completamente all'elettrico», ha spiegato
l'eurodeputato di Forza Italia, Massimiliano Salini, relatore per il PPE del regolamento sugli standard di CO2 relativi ad auto nuove e veicoli leggeri. Ecco allora profilarsi un'altra guerra, anche se sui banchi dell'Europarlamento.
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