Anche Banco Bpm si aggiunge alla scorpacciata di utili delle principali banche italiane. L'istituto guidato da Giuseppe Castagna, infatti, si unisce al club dei «record» con Unicredit e Intesa Sanpaolo e chiude il suo 2022 con profitti a 703 milioni di euro (886 milioni il risultato al netto delle componenti non ricorrenti), in crescita del 23,5% sull'esercizio precedente. Il dato ha battuto le stime degli analisti, alimentato da ricavi in crescita a quota 4,7 miliardi (+4,6%) con la spinta del margine d'interesse (+13,4%) e l'apporto del business assicurativo. Nel solo quarto trimestre dell'anno la banca ha registrato un utile netto di 210 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto ai 97 milioni dello stesso periodo del 2021: gli analisti si attendevano profitti per 179 milioni. Entro la fine del 2023, si legge sulla nota ufficiale, arriverà il closing dell'accordo con Crédit Agricole Assurances per la cessione del business assicurativo. A livello di capitale, il gruppo ha un indice di patrimonializzazione Cet 1 al 13,3 per cento. E ha annunciato di aver ridotto la sua percentuale di crediti deteriorati al 4,2%, ridotto a 4,8 miliardi dai 6,4 di fine 2021.
«Siamo molto felici e orgogliosi di presentare questi ottimi risultati che sono il record dalla nascita della banca», è stato il commento dell'ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, aprendo la conference call con gli analisti. La banca, che quest'anno ha alzato il payout per i dividendi al 50%, non ha escluso un'altra possibile revisione al rialzo: «Vediamo se raggiungiamo i risultati e prenderemo una decisione nel corso dell'anno», ha affermato Castagna. Per il 2022, il gruppo ha previsto il pagamento di un dividendo di 23 centesimi per azione (sui 19 del 2021). Sull'onda di risultati superiori alle attese, dopo la nomina del consiglio di amministrazione «nella seconda parte dell'anno potremmo rivedere il piano, estendendolo al 2026, ma già adesso l'outlook a lungo termine ci consente di dare una guidance migliore» di quella messa a piano sull'utile per azione. Grazie a «un forte margine di interesse», prosegue Castagna, «alla normalizzazione del costo del rischio» e «al piano dispiegamento della bancassurance», Banco Bpm si attende infatti nel 2024 un utile per azione di 75 centesimi contro i 69 messi a piano mentre nel 2025 è atteso un aumento di 15 centesimi anno su anno.
Oggi, intanto, sarà il turno dei conti Bper e di Monte dei Paschi di Siena. Questi istituti, insieme a Banco Bpm, fanno tutti parte dell'intreccio che nei mesi precedenti molti vedevano candidato per dare vita al terzo polo bancario italiano. Un'aspettativa che sembra sgonfiarsi del tutto dopo le dichiarazioni di venerdì scorso di Castagna, che ha detto come la sua banca sia troppo piccola per ingoiare un boccone come Mps. Una frase che segue le dichiarazioni del Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che ha chiuso a Mps in ragione della dimensione troppo grande di Ca' de Sass.
A distanza di giorni, arrivano pure le dichiarazioni di Carlo Cimbri: «Se Messina dice di essere troppo grande e Banco Bpm piccola, allora dico che Bper è troppo piccolissima» scherza il numero uno del gruppo Unipol, per togliere la banca modenese partecipata dai pretendenti: «Vedo quindi il Monte dei Paschi avviato verso la propria autonomia, poi quello che sarà in futuro non lo so».
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