La benzina per le automobili e i veicoli privati rappresenta da diversi mesi una quota sempre più significativa della spesa degli italiani, e il Codacons lancia l'allarme. Da tempo l'associazione per la difesa dei diritti dei consumatori è in trincea sul caro-carburanti, ma col gancio delle vacanze estive ha pubblicato di recente una delle analisi più preoccupanti degli ultimi mesi: sui portafogli degli italiani la benzina rischia di pesare come un macigno e su tutte le tratte autostradali nazionale l'ampliamento dei costi rende sempre meno conveniente gli spostamenti a quattro ruote. Tramutandosi in un fattore depressivo per la volontà di spostamento, e di consumo, dei nostri connazionali.
La bomba dei prezzi della benzina sulle vacanze
Il Codacons parte da un esempio esplicativo per mostrare il peso dei rincari: "Considerati gli attuali listini alla pompa", scrive nella sua più recente informativa l'associazione, "per andare da Torino a Reggio Calabria" su una delle lunghe tratte più percorse dai cittadini italiani per i ricongiungimenti famigliari estivi, viaggiando "con un’auto a benzina" percorrendo "i 1.362 km che separano le due città, si deve mettere in conto oggi, tra andata e ritorno, una media di 330,8 euro, con un aggravio di spesa di circa 69 euro rispetto all’estate del 2021", e un rincaro del 26,36%. Se l’auto è a gasolio, "si spendono circa 275,4 euro, ma il rincaro su base annua è più elevato", pari a 71,9 euro (+35,33%). Qualora si decidesse di percorrere la massima distanza possibile su autostrada in Italia, muovendosi da Bolzano a Trapani, i 1646 chilometri costerebbero ai viaggiatori 399,9 euro con la benzina (+26,4%, con un rincaro di 83,5 euro) e 332,8 euro con il diesel (+36,78% e una crescita di 86,8 euro). I rincari sono mediamente assestati tra un minimo del +25% per la benzina e il livello record di crescita nella Bolzano-Trapani per il diesel nelle tratte monitorate dal Codacons.
E la crescita è assolutamente in linea con i rincari alla pompa sottolineati nella precedente informativa dal Codacons, che indica come benzina costasse (al 30 giugno 2022) il 25,6% in più rispetto lo stesso periodo del 2021, mentre il diesel è rincarato del 34,8%. In entrambi i casi parliamo di valori vicini o superiori ai due euro al litro che senza il taglio alle accise deciso dal governo Draghi sarebbero pari a 2,4 euro.
Le cause dei rincari
Si crea qui un difficile e complesso cortocircuito tra il prezzo globale del petrolio e quello della benzina che avevamo già avuto modo di sottolineare su queste colonne. Il petrolio, ricordano le informative Codacons, dall'inizio della guerra russo-ucraina e della fase più dura della tempesta energetica ha raggiunto il suo picco il 9 marzo 2022, quando il Brent ha toccato la soglia dei 131 dollari al barile. Ai tempi la benzina costava in media 2,048 euro al litro in modalità self, 1,966 euro il gasolio senza il taglio delle accise (30,5 centesimi) scontate dal governo Draghi il 22 marzo. Oggi il prezzo, dunque, è nettamente più alto. Ricordiamo che processi come la lavorazione, la raffinazione, lo stoccaggio e la distribuzione del prodotto finito mantengono il loro costo, aumentando il divario in ogni caso tra il prezzo finale dei prodotti e quello della materia prima energetica, la cui incidenza sul prezzo dei carburanti si attesta attorno al 20%, ovvero un quinto del valore finale, con punte del 25% in alcune tipologie di diesel. Ma per il Codacons c'entra anche un fattore-speculazione, tanto che l'associazione ha presentato esposti in diverse procure d'Italia sul tema.
La benzina? Impatta anche sulla spesa
Per i cittadini italiani il rincaro potrebbe attestarsi a 664 euro annuo a famiglia, e l'eventuale scelta di godere delle vacanze estive potrebbe ulteriormente aumentare questo divario. Questo, va detto, solo per il pieno alla pompa. Il caro-carburanti ha in realtà un effetto moltiplicatore ancora più rovinoso se guardato in prospettiva: colpisce ogni settore, perché tutti i prodotti finiti nella grande distribuzione e non solo incorporano al loro interno anche i costi di trasporto che, in larga parte, in Italia sono legati alla mobilità via gomma, maggiormente impattata. Tutto questo, unitamente al caro energia, porta sull'alimentare e i settori più critici in questo ambito una tempesta perfetta.
L'Istat a giugno ha stimato che nel 2022 la spesa alimentare costerà 8,1 miliardi di euro in più agli italiani. Questo vuol dire che ogni singolo cittadino vedrà il proprio nucleo famigliare spendere 137,33 euro in più all'anno per i semplici consumi di cibo. In quest'ottica si conferma il trend del peso del nodo-trasporti nel fatto che la verdura e la frutta, legate maggiormente al trasporto dal luogo di raccolta a quello di distribuzione e colpite dalla necessità di mantenere in molti casi la catena del freddo, costeranno agli italiani rispettivamente 1,95 e 0,84 miliardi in più, assorbendo un'ampia quota-parte dei rincari.
Tutto questo a testimonianza di come il caro-benzina, assieme al caro-energia, rischia di essere una tassa occulta odiosa per diverse ragioni: in primo luogo, perché fortemente regressiva e diseguale, dato che colpisce maggiormente al calare del reddito. In secondo luogo, perché altamente anti-economica, dato che, per limitarci al tema del rapporto Codacons citato, i rincari impattano sulla scelta dei cittadini sull'andare in vacanza o meno e ne deprimono l'immissione di denaro nell'economia.
Rincari ovunque
Del resto, non di soli carburanti si appesantisce la spesa italiana per le vacanze: un piccolo, ma comunque fastidioso, ulteriore balzello potrebbe arrivare dal rincaro dei pedaggi autostradali, che secondo indiscrezioni Aspi potrebbe dilatare dell'1,3-1,5% nelle prossime settimane, anche muoversi in altre modalità non necessariamente è più conveniente. Da un lato, si assiste a una crescita anno su anno dei traghetti (+18,7%) mentre un autentico boom sta venendo conosciuto dal settore aeronautico, sottoposto a costi di gestione notevoli e da difficoltà nel ricostruire le economie di scala dopo la pausa forzata da Covid. Il Codacons sottolinea che i voli nazionali costano un terzo in più rispetto allo scorso anno (+33,3%) mentre le tariffe dei voli internazionali sono più che raddoppiate, arrivando addirittura +124,1%. A salvarsi solamente le tratte ferroviarie, che segnano un -9,9%, a testimonianza del ruolo strategico che i treni potrebbero avere per una mobilità sostenibile economicamente nei prossimi anni.
Il fatto che direttamente o indirettamente benzina e altri carburanti stanno avendo un peso tanto significativo sui redditi degli italiani è senza precedenti nella storia recente del Paese e invita a riflettere sui rischi recessivi che questa depressione generalizzata pone in essere. Confcommercio è arrivata a stimare che l'aggregato tra energia, gas e carburanti costerà a ogni cittadino italiano, nel 2022, 1.854 euro che, nella media del 2022, il 9,7% del reddito pro capite destinato ai consumi nel Paese.
Un valore mai registrato prima. Che nel periodo delle vacanze estive si amplia e si consolida. Portando al rischio del de-sviluppo per un Paese in cui, in questa fase, aumentano disagio sociale, incertezze economiche e disuguaglianze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.