Berlino e Parigi vogliono imporci il "super" ministro delle Finanze

Bundesbank e Banque de France in pressing sulla Ue per la nomina del super burocrate: "Un ministro delle Finanze unico per salvare il progetto europeo". Ma servirebbe solo a imporci le prepotenze di tedeschi e francesi

Berlino e Parigi vogliono imporci il "super" ministro delle Finanze

La mossa è incrociata. Germania e Francia vogliono un super ministro delle Finanze per imporci i loro diktat. Una mossa ammantata dalla necessità di "una cooperazione finanziaria più stretta tra le nazioni dell'Eurozona per salvare il progetto europeo" che, però, nasconde un pericolo enorme per la gran parte dei Paesi dell'Unione europea, Italia in primis.

"Un ministro delle Finanze unico potrebbe essere una soluzione", scrivono i governatori della Bundesbank e della Banque de France, Jens Weidmann e Francois Villeroy de Galhau, in un editoriale a quattro mani apparso sul Sueddeutsche Zeitung. I due, al pari del gatto e la volpe, parlano apertamente della criticità dell'attuale stato dell'unione monetaria ma si guardano bene dal fare autocritica. Non dicono, per esempio, che le politiche economiche imposte dalla Germania a Bruxelles ha fatto prolungato e acutizzato una crisi economica nata Oltreoceano. Né dicono che la crisi migratoria, che oggi pesa su molti Paesi dell'Unione, è anche figlia della forsennata guerra lanciata da Nicolas Sarkozy alla Libia di Muhammar Gheddafi.

Secondo i due banchieri centrali, la crisi europea del debito non è stata ancora del tutto superata. "Sia l'Eurozona sia la Unione europea - dicono - continuano a trovarsi di fronte sfide importanti quali gli elevati tassi di disoccupazione in numerosi stati membri, una crescita sovente anemica e la mancanza di un programma credibile per la gestione dell'emergenza rifugiati". La priorità, sostengono Weidmann e de Galhau, è l'applicazione di riforme strutturali di ampio respiro in sede nazionale per appianare gli squilibri a livello comunitario, dal momento che la politica monetaria della Bce ha sì contribuito ad attutire gli effetti della crisi finanziaria globale ma da sola non è stata in grado di creare una crescita sostenibile di lungo termine nell'Eurozona. "Un ministro delle Finanze congiunto - concludono i due banchieri - potrebbe essere una maniera appropriata di armonizzare le politiche fiscali del blocco ma ciò - riconoscono - dipenderà dalla volontà dei governi comunitari di cedere ulteriore sovranità. Il che, con un elettorato sempre più euroscettico, non è affatto scontato".

Davanti a una crisi scatenata dalla stessa Unione europea, Weidmann e de Galhau

propongono di dare più potere all'Unione stessa. Un super ministro delle Finanze per imporci le prepotenze tedesche e francesi non è certo la soluzione al problema. Sarebbe, anzi, l'incarnazione fisica del problema stesso.

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