I vertici dell'Unione Europea non trovano l'accordo. Il vertice che doveva arrivare a un'intesa sul bilancio 2014-2020 si risolve in un nulla di fatto. Dopo una prima riunione conclusasi ieri intorno alla mezzanotte e un secondo incontro iniziato oggi a mezzogiorno, i capi di Stato e governo gettano la spugna e rimandano ogni decisione.
Il premier Mario Monti, lasciando il palazzo sede della discussione, già questa mattina aveva parlato della bozza presentata da Van Rompuy come di "un documento molto complesso" che necessita di alcune valutazioni. Qualche passaggio favorevole all'Italia, come il "volume totale del bilancio invariato", laddove "altri Paesi lo volevano". Ma anche "segnali di attenzione sul fronte di politiche di coesione e agricola comune, attenzione rispetto alle considerazioni fatte valere dall’italia".
La sostanza è che si tratta di "un negoziato molto complesso", che deve arrivare a un verdetto unanime da parte dell'Ue, perché il bilancio passi. Fonti della delegazione italiana nel pomeriggio avevano sottolineato che la bozza di accordo è "insufficiente". Anche il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha detto di pensare "che non sarà possibile raggiungere oggi un accordo", sottolineando poi in serata che "non vogliamo isolare nessuno, c'è margine per un accordo a 27".
Il presidente del Consiglio Herman Van Rompuy, visto il fallimento del vertice, ha minimizzato la portata del nulla di fatto. Inutile "drammatizzare: anche nel 2005 servirono due tornate" prima di "arrivare a un accordo". Ha poi aperto a un accordo a inizio del prossimo anno. Il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso ha poi spiegato perché non si sia arrivati a un accordo: "Ci sono ancora importanti divergenze sull'importo totale e l'equa distribuzione tra i Paesi".
Per Monti, comunque, il non aver raggiunto un accordo "non pregiudica nulla: ricordiamoci che il tutto entrerà in vigore nel 2014. È un po' demagogico l’uso che viene fatto della fustigazione del bilancio comunitario e anche un po' incoerente". Per questo, ha detto il Professore, "Noi saremmo stati disponibili ad aumento del bilancio purché si tratti di cose che si giustifichino e continueremo a battere dalla parte di quei paesi che non vogliono la diminuzione.
Il premier ha aggiunto che negli ultimi dieci anni l’Italia è un contribuente netto al bilancio dell’Ue e che la tendenza si è intensificata nel periodo 2007-13, quando il Paese ha visto aumentare in modo rilevante il suo contributo finanziario: "Ad esempio nel 2011 siamo stati il terzo contribuente in termini assoluti e il primo in termini relativi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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