Il bonus 200 euro viene erogato sulla fiducia. Questo vuole dire che l’Inps lo riconoscerà ai cittadini controllando in un secondo momento che i beneficiari siano in possesso dei requisiti minimi per ottenerlo.
L’Inps si concentrerà sul limite dei 35.000 euro di reddito del 2021 al di sopra del quale il bonus non deve essere erogato e sugli importi delle pensioni erogate ai percettori.
Cosa c’è da sapere
Il bonus 200 euro è destinato a chi ha beneficiato dell’esonero contributivo dello 0,8% per almeno una mensilità durante i primi quattro mesi del 2022, ossia è destinato a chi ha un reddito ai fini previdenziali non superiore ai 2.692 euro mensili (35.000 euro annui). In questo importo vanno però incluse tutte le forma di reddito, escluse quelle per le rendite provenienti da immobili per l’abitazione, redditi inerenti a tassazioni separate, assegno unico, assegni famigliari, indennizzi per trasfusioni o vaccinazione, assegni di guerra e indennità di accompagnamento.
Considerata la rapidità con cui l’Inps è stato chiamato a intervenire per erogare il bonus, che è stato oggetto di diverse revisioni e precisazioni prima di trovare la quadratura del cerchio, le verifiche saranno eseguite anche nei mesi seguenti l’erogazione del contributo una tantum, che verrà versato a luglio ai lavoratori dipendenti privati (i quali dovranno fornire adeguata autocertificazione al proprio datore di lavoro) a quelli pubblici e a chi riceve una pensione, una rendita di invalidità o una rendita sociale. Categorie queste che non dovranno fare alcuna domanda poiché riceveranno il bonus in modo automatico.
Le modalità di recupero
Qualora, dopo le verifiche del caso, l’Inps dovesse stabilire che un percettore ha ricevuto il bonus senza averne diritto, si adopererà per recuperarlo.
Occorre scindere la questione in due: per quelle categorie che non hanno bisogno di presentare richiesta l’eventuale ingiusto riconoscimento dei 200 euro è, a ben vedere, un atto che rischia di penalizzare oltremodo i redditi più bassi. Dovere restituire del denaro ricevuto senza averne diritto è certamente un atto giusto, il fatto di non averne fatto richiesta e averlo già speso toglie futuro potere di acquisto a persone le quali, potenzialmente, fanno già molta fatica a fare quadrare il proprio bilancio personale o famigliare. Persone che saranno chiamate a rispondere di un danno che non hanno direttamente provocato.
Altro discorso è quello di chi, sapendo di non avere diritto al bonus, ha comunque consegnato al proprio datore di lavoro l’autocertificazione per richiederlo. Caso questo di chi sa di avere, nel proprio nucleo famigliare, qualcuno che già lo percepisce oppure che, avendo più rapporti professionali, ha presentato l’autocertificazione a più datori di lavoro.
Queste due fattispecie, stando alla circolare Inps 47/2018, sono trattate in modo sostanzialmente uguale in merito al rimborso ma la seconda, quella in cui c’è una responsabilità del richiedente, prevede una (tanto involontaria quanto necessaria) "sanzione morale" in più.
Gli importi non dovuti vengono recuperati mediante la compensazione di crediti arretrati che il cittadino vanta nei confronti dell’Inps oppure con trattenute sulle prestazioni. Queste ultime sono calcolate in base alle fasce di reddito e quindi variano per ogni percettore. In alternativa è sempre possibile la restituzione totale mediante rimessa in denaro.
I lavoratori dipendenti che avessero ottenuto il bonus 200 euro senza averne diritto dovranno
pure restituirlo ma l’Inps invierà ai rispettivi datori di lavoro una comunicazione con le indicazioni delle detrazioni da applicare in busta paga. Questo può rappresentare una magra figura per i furbetti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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