Uno dei pilastri su cui poggerà la nuova manovra del governo giallorosso è la lotta al contante, che verrà perseguita tutti i modi e influirà sui futuri pagamenti.
Tra detrazioni e deduzioni, l’esecutivo punterà su una serie di agevolazioni per convincere i contribuenti ad abbandonare filigrana e monetine e impugnare carte e bancomat. Come ha sottolineato Il Sole 24 Ore, dando un’occhiata ai 51 bonus fiscali inseriti in 1,3 milioni di dichiarazioni di redditi già presentate nel corso di quest’anno, ben dieci di questi non ammettono il contante, mentre per altri 23 è pressoché impossibile utilizzare la moneta.
In altre parole, se non imboccheremo la strada del pagamento elettronico dovremo presto dire addio a diversi bonus fiscali. Già, perché a partire dal prossimo gennaio 2020 la relazione tecnica alla manovra imporrà di "pagare con mezzi tracciabili" le spese detraibili al 19% nel caso in cui i contribuenti volessero usufruire dello sconto fiscale. L’ignoranza, insomma, non sarà ammessa, proprio come i contanti.
Dove si potrà ancora pagare con il contante
Il contante è utilizzabile in 18 spese, tra cui: gli abbonamenti a bus, metro e tram, le spese mediche, quelle veterinarie, funebri e inerenti alle attività sportive di bambini e ragazzi, ma anche l’affitto dell’abitazione principale, il pagamento degli addetti all’assistenza del personale, l’affitto degli studenti universitari, le parcelle agli agenti immobiliari, le spese per il restauro dei beni vincolati, quelle per far fronte ai disturbi certificati dell’apprendimento, le erogazioni calamità, l'affitto quando si trasferisce la residenza e i contributi al servizio sanitario nazionale e quelli alle casse di assistenza sanitaria. Tranne questi ultimi due e le spese mediche, per i quali è prevista la deduzione, gli altri 15 bonus fiscali sono detraibili al 19%. E saranno proprio quelli sui quali andrà a intervenire la manovra.
Dove si potrà ancora usare il contante (ma con dei limiti)
Ci sono poi diversi tipi di spesa per i quali si può continuare a usare il contante ma con dei limiti. È il caso dell'università, delle erogazioni alle Onlus e dei contributi pensionistici. E ancora: contributi a colf e badanti, erogazioni a fondazioni riconosciute e onlus/promozione sociale, asili nido, erogazioni a istituzioni religiose e istituti scolastici, contributi associativi mutuo soccorso, erogazioni a Organizzazioni non governative, a università, ad associazioni sportive dilettanti, ad attività culturali, a partiti politici, enti di volontariato, fondazioni musicali, trust o fondi speciali, riscatto agevolato anni di laurea, enti spettacolo, biennale di Venezia e fondo titoli di Stato.
Dove non si potranno più usare i contanti
I contanti non potranno invece più essere utilizzati per le ristrutturazioni, antisismiche, bonus verde, premi assicurativi, contributi pensionistici complementari, mutui abitazione principale, risparmio energetico, bonus arredi, altri mutui, assegni al coniuge, assicurazioni eventi calamitosi e canoni di leasing. Queste spese dovranno essere saldate con versamento bancario o postale, oppure con carte di credito, prepagate, assegni bancari e circolari.
Esempi concreti
Facciamo qualche esempio per capire meglio gli effetti della manovra. Potremo ancora usare il contante per acquistare un comune sciroppo per la tosse, trattandosi di un medicinale relativo al Sistema tessera sanitaria, ma anche per un cuscino ortopedico, un dispositivo medico che non passa nel Sistema. Niente da fare, invece, per la visita privata da un medico specialista.
Ci sono anche altri esempi paradossali: nel caso in cui un figlio decidesse di pagare la casa di riposo del padre invalido al 100%, godrebbe di una deduzione e potrebbe continuare a pagare in contanti. Ma qualora il padre non fosse invalido e non a carico, il figlio dovrebbe accontentarsi di una detrazione del 19% ma pagare la spesa con una moneta tracciabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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