Che la misura avrebbe potuto provocare più di qualche problema lo si era capito sin da subito, ed ora che è arrivato il periodo di presentazione del modello 730 di dichiarazione dei redditi, "i nodi stanno venendo al pettine" sui pagamenti con carta.
L'obbligo di utilizzo degli strumenti tracciabili per accedere alle detrazioni irpef del 19%, entrato in vigore a decorrere dal primo gennaio 2020, difatti, sta obbligano i contribuenti e gli esperti contabili ad un lavoeo estremamente "puntiglioso" per reperire, analizzare e portare in dichiarazione, tutti quei documenti relativi ai pagamenti che possono essere detraibili. L'intoppo non è di poco conto considerando che da un lato i contribuenti vogliono accedere al 19% di detrazioni e dell'altro ci sono i commercialisti e i Caf che richiedono la documentazione contabile che, nella maggior parte dei casi, o si è smarrita nei "meandri" delle aree riservate dei Conti correnti degli assistiti o non esistono in quanto, in buona fede i pagamenti fatti dai contribuenti per spese detraibili sono stati effettuati in contanti dimenticandosi il vincolo per cui se la transazione non vine effettuata con metodi tracciabili non è considerata più valida.
Così, ciò che sta accadendo è che i contribuenti non capiscono i motivi ed “accusano” i commercialisti di non voler inserire in dichiarazioni 730 i pagamenti detraibili mentre gli esperti contabili si giustificano e tentano di far comprendere ai propri assistiti che non è una loro "colpa".
Intanto, però, come evidenziato in un articolo di ItaliaOggi, a non essere inserite in dichiarazione 730 dei redditi saranno spese per visite mediche specialistiche, le spese per le rette scolastiche o universitarie, i pagamenti degli interessi sul mutuo ipotecario per la prima casa. Inserire queste spese in dichiarazione comporterebbe, laddove non vi è il giustificativo tracciabile, una responsabilità che i Caf e gli esperti contabili non hanno alcuna intenzione - giustamente - di assumersi.
Tutte queste criticità si aggiungono, inoltre, all'incertezza diffusa legate al continuo rinvio delle scadenze ed alla non chiarezza di alcuni aspetti. Sul punto è intervenuto anche Alessandro Mastrocinque, presidente di Caf Cia Agricoltori italiani, che ha dichiarato Assistiamo ad un susseguirsi di comprensibili e giustificati interventi normativi cui adeguarci e in cui guidare i cittadini, ma soprattutto ad un susseguirsi di rinvii di scadenze (rispetto ad adempimenti storici) che alcune volte sembrano ingiustificati e che destabilizzano l'organizzazione del lavoro".
Il presidente della struttura cui fanno capo 1.300 sedi che assistono un milione di clienti l'anno, lancia delle proposte per la riforma del fisco.
C'è anche da dire che con la crisi pandemica, sottolinea Mastrocinque, "il sistema Italia sta gestendo una crisi epocale, per cui è chiaro che ci sono tutte le scusanti del caso, tuttavia quello che più mette in crisi il nostro lavoro è l'incertezza con cui ogni giorno ci troviamo a combattere", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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